Tra i temi della Politica Agricola Comune (PAC) che interessa l’intera Unione Europea, quello che in questi giorni sta facendo preoccupare molti agricoltori è l’utilizzo dei prodotti fitosanitari a base di rame nelle coltivazioni e nelle piantagioni.
Il dibattito rientra in una discussione più grande che riguarda l’impiego di molti prodotti fitosanitari, per ridefinire i livelli di ogni singolo componente all’interno delle nuove norme che interesseranno gli anni dal 2021 al 2027.
Proprio i fitosanitari rameici hanno richiesto un approfondimento parte, discusso in seduta straordinaria, per il loro impiego soprattutto nel settore del biologico, con la grande ascesa cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Nella discussione straordinaria tenuta dallo Scopaff (Commissione Permanente per Piante, Animali, Cibo e Alimentazione) sono stati suggeriti principalmente il rinnovo della scadenza ultima sull’uso del rame, aumentata a sette anni anziché cinque inizialmente proposti, e la possibilità di sforare il limite massimo imposto per ettaro (4 kg) a condizione che, nei sette anni complessivi, la media non superi i 4 kg complessivamente.
Si tratterebbe di un sollievo sia per gli agricoltori, che avrebbero più tempo sia per riorganizzare le proprie colture ad alta necessità di rame, sia per le industrie, le quali dovranno elaborare nuovi modelli di fitosanitari per soddisfare le esigenze delle coltivazioni.
In linea generale, per questo tipo di rinnovi, la Commissione Europea ha spesso chiesto quindici anni di tempo prima che un prodotto venisse completamente bandito.
La scadenza in cinque anni aveva destato reale preoccupazione tra gli agricoltori, soprattutto per quelli del settore biologico: ad oggi il rame è una delle sostanze di difesa più importante per la produzione biologica dei frutti, e una rinuncia in così breve tempo potrebbe seriamente minare la produttività delle coltivazioni con fini disastrosi.
Fitosanitari rameici: perché sono così importanti?
Cosa chiedono gli agricoltori, soprattutto quelli del settore vitivinicolo?
Più tempo, ma anche più elasticità, specialmente in caso di condizioni climatiche avverse o di ridotta redditività del terreno.
Negli anni, infatti, il rame si è distinto con la sua capacità di contrastare efficacemente diverse malattie, soprattutto di natura fungina.
I preparati fitosanitari rameici interferiscono proprio con la respirazione dei funghi, impedendone la diffusione e causandone la morte: è il caso, per esempio, delle infezioni da perenospora della vite, ticchiolatura delle pomacee, la rogna e l’occhio di pavone dell’ulivo, il mal secco degli agrumi e altre malattie.
Il rame, oltre ad essere presente nella poltiglia bordolese, è alla base di molti altri composti ampiamente utilizzati, quali ossicloruri di rame, idrossido di rame, gluconato di rame.
La poltiglia bordolese (scopri di più nel nostro articolo: “Poltiglia Bordolese: cos’è, a cosa serve, come prepararla a casa“) è probabilmente quello più conosciuto, ma potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Il rame viene infatti assorbito dalle foglie e messo in circolo nella pianta, e in quantità eccessiva potrebbe essere un prodotti fitotossico e soffocare la pianta con la sua presenza.
Ecco perché è importante dosare bene il suo utilizzo, applicandolo nelle stagioni invernali e meno, o con composti più leggeri come l’ossicloruro di rame, nel periodo verde delle piante.
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