La lavorazione del terreno è una fase molto importante per la preparazione di un terreno adatto alle coltivazioni.
Senza lavorazione, infatti, le nostre piante non troverebbero un terreno ospitale in cui crescere e da cui trarre nutrimento e forza.
Uno degli step fondamentali della lavorazione del terreno è quello della fresatura.
Vediamo in cosa consiste, come e quando fresare il terreno e quali alternative abbiamo, a seconda dei terreni che abbiamo a disposizione.
Indice
Fresatura terreno: come fresare il terreno
La fresatura del terreno consiste nello sminuzzare e rimescolare gli strati superficiali del terreno utilizzando degli appositi macchinari dotati di dischi rotativi e discissori.
La profondità massima raggiunta dalla fresatura è di 20 centimetri, mentre la zona da fresare può essere ampia o ristretta, seguendo le dimensioni del nostro terreno o la parte che vogliamo lavorare.
Con la fresatura si riducono quindi la quantità e la grandezza delle zolle, che con l’andare del tempo diventano sempre più compatte e rendono difficoltosa la penetrazione delle radici.
Inoltre, fresando il terreno si eliminano alcuni tipi di erbe infestanti, si rimescolano i residui delle colture precedenti al terreno, trasformandoli così in concime organico, e il terreno viene rimestato al meglio.
Macchine per la fresatura terreno
Per fresare il terreno abbiamo oggi a disposizione diversi macchinari che si adattano alle condizioni del terreno, favorendo così un tipo di esecuzione piuttosto che un’altra.
In generale, le macchine utilizzate per fresare il terreno sono le fresatrici e le zappatrici rotative.
Per i terreni di grandi dimensioni vanno presi in considerazione i trattori, ai quali va applicata la fresa utilizzando l’attacco a tre punte di cui ogni trattore è munito.
La presa a potenza del trattore mette in movimento l’asse orizzontale su cui sono collegate le lame sagomate, dette coltelli, che frantumano il terreno superficialmente.
La differenza tra le fresatrici e le zappatrici rotative risiedono proprio nei coltelli: mentre nelle prime sono elastici, nelle seconde sono rigide.
Per terreni di piccole dimensioni, dove il trattore rappresenterebbe uno spreco di energia eccessivo, il macchinario ideale è la motozappa.
Quest’ultima si sposta sul terreno sfruttando il movimento della fresa, e quindi va condotto dall’agricoltore che lo utilizza.
Inoltre, per chi desidera un attrezzo più maneggevole da usare, o è alle prime armi, si può utilizzare un motocoltivatore, simile alla motozappa ma dotato anche di ruote per agevolare il movimento.
Come usare la motozappa
La maggior parte dei giardinieri e dei giardini privati sono muniti di motozappa, perché rappresenta il mezzo più facile ed economico per lavorare il terreno da coltivare.
Il funzionamento è molto semplice: la motozappa avanza con il movimento delle lame sul terreno, azionato dal motore a scoppio di cui ogni motozappa è dotata.
La motozappa va utilizzata lentamente. Per ottenere un terreno davvero soffice, infatti, bisogna lasciare che le lame penetrino fino alla profondità prevista dalla fresatura, tornando indietro quando è necessario per una seconda battuta.
Attenzione alla retromarcia: le motozappe ne sono fornite, ma potrebbe essere pericoloso metterla in azione se non si ha dimistichezza con l’uso dell’attrezzo.
Inoltre il terreno andrebbe prima ben ripulito da pietre, mucchi di foglie e ostacoli, che potrebbero danneggiare le lame della motozappa o essere lanciati dalle lame rotanti a distanza, procurando seri danni a cose e persone.
Fresatura terreno: quando effettuarla
Tutti gli step di lavorazione del terreno dipendono essenzialmente dal tipo di terreno e di coltivazione presente in quel momento.
La maggior parte dei terreni viene lavorata in autunno, quando la raccolta è terminata, e nel primo periodo dell’inverno, quando le temperature non sono troppo basse.
Non è, comunque, una regola assoluta: ad esempio, si è soliti lavorare il terreno tra le filari dei vigneti nel mese di giugno, utilizzando la fresatrice o la motozappa solo se le filari sono abbastanza larghe da consentire il passaggio del macchinario.
Il periodo solitamente sconsigliato per la lavorazione del terreno è quello primaverile, poiché la maggior parte delle coltivazioni è in piena fioritura.
Fresatura o vangatura?
Abbiamo già parlato di come vangare il terreno e delle migliori tecniche per eseguire una buona vangatura nel nostro articolo: “Come vangare il terreno per l’orto“.
Dal momento che entrambe le tecniche servono proprio a smuovere il terreno e a lavorare le zolle, potrebbero sembrare due fasi simili o intercambiabili.
In realtà non è affatto così, e anzi fresatura e vangatura sono due step complementari, da eseguire in tempi diversi.
La vangatura raggiunge e smuove il terreno in profondità, penetrando le zolle di terra due volte più profondamente rispetto alla fresatura, che agisce solo in superficie.
La vangatura è quindi importante per rimuovere le radici, estirpare le piante, scompattare grandi porzioni di terreno; la fresatura esegue questo compito in maniera più superficiale, e, più che scompattare le zolle, si limita a sgretolare, a polverizzare la terra.
Pro e contro della fresatura
Gli agricoltori si dividono sull’efficacia della tecnica della fresatura, a cui vengono sicuramente riconosciuti dei pregi, ma non possono essere al contempo taciuti dei difetti d’esecuzione di questa tecnica.
A fronte della riduzione dei tempi di lavorazione rispetto all’aratura, del migliore controllo sulle piante infestanti annuali, del migliore adattamento ai terreni irregolari e pendenti o dei terreni asciutti in superficie e umidi in profondità, la fresatura presenta degli aspetti che non sono apprezzati da tutti i coltivatori.
Tra questi rientrano: rischio di distruggere la struttura del terreno; difficoltà nel controllare le piante infestanti perenni; non consente un buon drenaggio del terreno, lavorandolo solo in superficie; elevati costi di manutenzione.
Ad ogni coltivatore resta la valutazione personale sull’utilizzo della fresatura come tecnica di lavorazione del proprio terreno.
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