La fusariosi del mais è, senza dubbio, uno delle malattie più aggressive e diffuse che può colpire la spiga del rinomato cereale.
La patologia è diffusa in ogni parte del mondo e le tracce della sua diffusione in Italia risalgono addirittura ai primi anni del ‘900.
A oggi, si tratta di un pericolo concreto poiché la fusariosi del mais (e non solo) è diffusa in tutte le aeree in cui viene praticata la coltivazione del frumento, con un particolare accanimento nelle regioni del Nord e del Centro Italia.
In questo articolo scopriremo come riconoscerla, come trattarla e come prevenirla.
Indice
Fusariosi del mais: cos’è?
La fusariosi del mais e di altri cereali è scatenata da due tossine, il Fusarium e il Microdochium.
Nel caso del granturco, la specie fungina specifica che attacca la pianta è quella del Fusarium Verticillioides che si sviluppa in presenza di temperature calde e temperate e di tanta acqua (come sempre, il ristagno idrico è qualcosa da scongiurare).
Come ben sappiamo, queste caratteristiche sono le prerogative necessarie alla coltivazione del mais ed è per questo che, in sostanza, le fumonisine sono regolarmente presenti nella granella del mais in grandi quantità ogni anno.
Quali sono i danni della fusariosi del mais?
Prima di vedere nel dettaglio le principali modalità di infezione e diffusione della malattia, scopriamo quali sono i danni che la fusariosi può causare alle coltivazioni di mais.
In genere, si tratta di un quadro abbastanza vario, ma che essenzialmente può essere riassunto così:
- Effettiva perdita di produzione dovuta al minor numero di cariossidi e alla riduzione delle loro dimensioni e peso
- Peggioramento delle caratteristiche qualitative della granella dovuto alla distruzione delle pareti cellulari
- Meno germinabilità e vigore da parte dei semi
- Accumulo di micotossine
Come si diffonde la fusariosi?
L’infezione di fusariosi del mais avviene, principalmente, in 4 modi:
- Attraverso l’uso di un seme endofiticamente infetto (ovvero che risulta sano alla vista, ma che al suo interno ospita una tossina di fusariosi)
- Tramite le sete prodotte dai conidi (spore fungine prodotte per sporogenesi) e conservate nel terreno
- Conseguentemente a un attacco di Piralide (un lepidottero appartenente alla famiglia Crambidae)
- Tramite i residui colturali
I sintomi di questa malattia sono particolarmente semplici da riconoscere poiché si manifestano sotto la forma di marciume concentrato nella parte apicale della spiga e solo in casi più rari può colpire la parte intermedia o basale.
In genere, nelle aree colpite si sviluppa una muffa che cambia colore con l’avanzare della fusariosi: prima, risulta bianca, poi assumerà sfumature rosate che, col passare tempo, risulteranno più intense e tendenti al rosa salmone, fino a raggiungere una colorazione simile a quella della lavanda.
Il marciume e la muffa si sviluppano inizialmente sulle cariossidi per poi espandersi: può colpire una cariosside, così come gruppi adiacenti o isolati l’uno dall’altro.
Oltre alla muffa sulla spiga, un sintomo da non sottovalutare è la presenza dello starbust sulla granella: si tratta di una serie di striature bianche che, partendo dal punto in cui era presente la seta sulla cariosside, assumono la forma di una stella.
Queste altro non sono che le vie attraverso cui il patogeno, partendo dalla seta, si è fatto strada all’interno della pianta e ne ha consumato i tessuti.
Ricapitolando, i sintomi principali della fusariosi del mais sono due:
- Marciume della spiga
- Starbust, ovvero striature bianche sulla granella
Quali sono i rimedi?
Per fare in modo che la fusariosi del mais non diventi un problema che può davvero compromettere la salute delle vostre colture, il consiglio principale è quello di attenersi sempre alle cure colturali specifiche che possono aiutare a sfavorire la formazione di queste muffe.
In questo articolo trovi tutto quello che devi sapere per una corretta coltivazione del mais.
Se, da un lato, le cure e i rimedi colturali sono essenziali, esistono altre tecniche più avanzate che possono prevenire l’insorgere della malattia.
Una tra queste è sicuramente la concia del seme.
In cosa consiste la concia del seme?
Si tratta di un vero e proprio trattamento chimico applicato al seme (se non siete agronomi esperti, affidatevi a chi ha le competenze che vi servono) e che elimina le eventuali infezioni fungine già presenti all’interno dell’elemento.
In genere, un solo trattamento, effettuato nel periodo di massima sensibilità al fungo (ovvero all’inizio della fioritura), permette di ottenere notevoli risultati.
È anche vero che, in annate particolarmente abbondanti in termini di pioggia, l’esposizione alla fusariosi del mais aumenta, quindi dovranno aumentare anche i trattamenti riservati alla pianta.
Non abbiate paura di sfruttare questa tecnica perché può essere un’ottima forma di prevenzione contro altre importanti malattie del mais, come la ruggine e lo oidio.
I prodotti da usare possono essere preparati in autonomia da agronomi esperti e possono essere composti da elementi come i triazoli (nello specifico tebuconazolo e protioconazolo); se, invece, si vuole fare ricorso a prodotti già presenti in commercio sarà bene orientare la scelta verso preparati che contengono diversi principi attivi e che possono effettivamente ampliare il raggio d’azione della concia del seme.
La fusariosi del mais non è un problema, se sai come gestirla e affrontarla: passa all’azione e buon lavoro!
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