di Antonino Crapanzano
La fusariosi delle piante è una malattia causata dai funghi del genere Fusarium (Link, 1809). Questo genere è molto vasto e per la maggior parte si tratta di ascomiceti, funghi che producono le spore in una struttura cava pluricellulare chiamata asco, dal greco “sacco”.
Comprende diverse specie fitopatogene presenti nel terreno che causano lesioni e ostruzioni delle pareti delle trachee alterando, così, il bilancio idrico della coltura con conseguente avvizzimento della pianta; sono agenti del marciume delle radici e della cosiddetta tracheofusariosi, cioè l’alterazione dell’apparato vascolare delle piante.
Molte specie di Fusarium sono considerati agenti patogeni deboli e, di conseguenza, potranno infettare soltanto piante ospiti già ferite o stressate.
Tra le specie di maggiore importanza che causano la fusariosi delle piante ricordiamo Fusarium oxysporium (von Schlechtendal, 1824) e Fusarium solani (Martius, Saccardo, 1881); inoltre, le specie di Fusarium rivestono importanza anche dal punto di vista medico perché possono produrre micotossine dannose per l’uomo e gli animali.
Fusariosi delle piante: colture colpite e condizioni di sviluppo
La fusariosi delle piante è una patologia fungina che colpisce diverse specie ornamentali e ortive indipendentemente dalla loro età, giovani o adulte che siano; le piante giovani moriranno in fretta mentre quelle adulte resisteranno maggiormente in quanto più resistenti, permettendo talvolta la piena maturazione dei frutti.
Lo sviluppo di Fusarium, il fungo responsabile della malattia, è favorito da un clima caldo-umido e dalla presenza di ristagno idrico ma anche il terreno infetto o scadente, così come il riciclo dei contenitori infetti, possono causare lo sviluppo della fusariosi delle piante.
Le colture più colpite da questa malattia, tra quelle ornamentali, sono ciclamino, garofano, crisantemi, le bulbose e le erbacee in genere; questi funghi hanno una particolare preferenza soprattutto per il pomodoro, il cotone, la lattuga, i cavoli, il frumento, i piselli, il sedano.
I principali sintomi della fusariosi delle piante sono il marciume del colletto, lesioni e ingiallimento delle foglie, la necrosi degli steli e dell’apparato vascolare, la marcescenza della frutta e la decomposizione post-raccolta.
Le colture che vengono attaccate da questo fungo muoiono velocemente se non vengono curate subito, in quanto si tratta di una malattia altamente pericolosa e aggressiva.
Fusarium oxysporium
Fusarium oxysporium (von Schlechtendal, 1824) è un patogeno fungino molto diffuso e presenta varie forme selettivamente patogeniche; anche sulla stessa coltura possono esserci forme che causano sintomi differenti ed è l’unico fungo, del suo genere, che cresce nel sistema vascolare della pianta e si diffonde verso l’apice.
Il suo ciclo biologico è simile a quello della maggior parte delle specie di Fusarium. Questo fungo sverna nel terreno e sui residui colturali delle piante infette, sopravvive sulle sementi, sulle strutture delle serre, su utensili e macchinari che possono, quindi, trasmettere la fusariosi delle piante.
L’infezione primaria può manifestarsi all’apice o con piccole ferite sugli apici laterali, nei punti in cui si diramano dalla radice primaria. La specie Fusarium oxysporium causa avvizzimento vascolare, le foglie ingialliscono e appassiscono, inizialmente su un lato e alla fine sull’intera pianta.
Inoltre, si verifica lo scolorimento marrone dei vasi xilematici, visibile quando si tagliano gli steli. Nel caso delle piante di banano, si potranno schiantare intere piantagioni e non potrà essere coltivato il terreno per molti anni a seguire.
Fusariosi delle piante: metodi di difesa
La fusariosi delle piante, come abbiamo potuto vedere, è una malattia molto dannosa che, se non prevenuta o curata velocemente, causa la morte delle piante in tempi brevi.
La prevenzione
La difesa dalla fusariosi delle piante comincia con l’adozione di alcune principali misure preventive per evitarne l’insorgenza, sono le seguenti:
- adeguato pH del terreno;
- distruzione dei residui colturali;
- selezione di cultivar resistenti;
- utilizzo di materiale di moltiplicazione non contaminato e, soprattutto, certificato;
- utilizzo di un substrato di alta qualità;
- disinfestazione delle attrezzature, dei macchinari e delle acque di irrigazione in serra;
- applicazione di azoto sotto forma di nitrato;
- prevenzione dei danni durante la raccolta e lo stoccaggio post-raccolta;
- ottimizzazione del potenziale delle piante e della resistenza delle colture;
- evitare lo stress delle piante;
- assicurare un adeguato drenaggio del suolo.
Dopo aver elencato una serie di indicazioni per prevenire l’insorgenza della malattia, possiamo dire che per prevenire la fusariosi delle piante possono essere attuati due particolari accorgimenti:
- la rotazione delle coltivazioni;
- la lotta ai nematodi (parassiti che favoriscono l’attacco delle piante da parte dei funghi a causa dei fori che praticano sulle stesse).
La lotta biologica
Un corretto utilizzo dei fertilizzanti ammessi in agricoltura biologica e un’adeguata quantità di acqua permette alle piante di crescere e sviluppare maggiore resistenza a questa malattia.
Alcuni ceppi che causano la fusariosi delle piante sono stati scoperti essere ipovirulenti, cioè non causano la malattia alle colture ma ne colonizzano soltanto le radici. Questa scoperta ha permesso di ottimizzare le pratiche di lotta biologica nei confronti di questa malattia.
I ceppi ipovirulenti di Fusarium, infatti, entreranno in competizione con i funghi patogeni, ne utilizzeranno le risorse nutritive e stimoleranno la resistenza alla fusariosi delle piante.
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