Il suo nome scientifico, , è il frutto dell’unione di due termini provenienti dalla lingua greca: stephanos (corona) e otos (orecchio) e sembra essere collegato al fatto che, spesso, la pianta, veniva usata come corona dalle popolazioni indigene.
Fatta questa premessa, nelle prossime righe vedremo insieme come coltivare il gelsomino del Madagascar anche in Italia.
Iniziamo!
Indice
Gelsomino del Madagascar: le sue caratteristiche
Il gelsomino del Madagascar viene classificato come una pianta rampicante, ma dovendosi adattare a zone climatiche diverse, oggi lo troviamo specialmente come pianta da appartamento.
In genere, la pianta si presenta con delle foglie verdi e ovali, lunghe anche 10 cm. In genere compaiono a coppie e sono particolarmente spesse e lucide. Questa tipologia di coltura fiorisce: si tratta di grappoli ricoperti da una patina che richiama la cera, di forma tubolare e dall’ottimo profumo.
In genere, compaiono durante i mesi caldi, dalla primavera fino all’estate.
Il gelsomino del Madagascar è una pianta che produce frutti che, in genere, maturano dopo un anno. Si tratta di semi piumati il cui fusto è spesso e che, col passare del tempo, diventa semilegnoso. Quando coltivata all’aperto, raggiunge anche i 5 metri di altezza, in appartamento, invece, si limita a 2 metri.
Da novembre a febbraio, la pianta entra nella fase di riposo vegetativo.
Quali sono le sue esigenze colturali?
Quando si decide di coltivare il gelsomino del Madagascar sono due gli aspetti fondamentali da considerare: il suo clima d’appartenenza, ovvero quello tropicale, e tutte le cure colturali da riservargli.
Posizione e clima ideale del gelsomino del Madagascar
Prima di tutto, parliamo di posizione e clima. La pianta, infatti, ha bisogno di un luogo a mezz’ombra che sia riparato da vento e pioggia. Per quanto ami la luce, è anche bene tenerla lontana dai raggi diretti. In appartamento, ti consigliamo di tenerla vicino a una finestra esposta verso ovest o sud, assicurandoti di avere, comunque, una tenda che filtri la luce.
Anche le temperature vanno controllate. Se vivi in una zona climatica in cui l’inverno è particolarmente rigido, ti suggeriamo di prendere in considerazione l’idea di trasferire il gelsomino del Madagascar in una serra o in un luogo caldo. Allo stesso tempo, è sempre importante assicurargli il corretto grado di umidità. Il segreto è usare un nebulizzatore.
In genere, la temperatura ideale per far sì che la pianta resti fiorita e in salute si aggira tra i 18 e i 25 gradi.
Terreno e irrigazione
Il terreno giusto per coltivare questa pianta è quello molto ricco e leggermente acido a cui si aggiungeranno pezzi di corteccia e sabbia: questo è un passaggio importante per il drenaggio. Evitare il ristagno idrico è fondamentale per scongiurare il marciume radicale.
In termini di annaffiature, queste devono essere regolari per tutto il periodo che va dalla primavera all’autunno, mentre in inverno si potranno dilazionare nel tempo. Il terreno, però, deve essere sempre umido.
Assicurati di usare dell’acqua demineralizzata o piovana e di concimare ogni 2 settimane.
Moltiplicazione, potatura e parassiti del gelsomino del Madagascar
In genere, la moltiplicazione di questo gelsomino avviene per talea. Queste dovranno essere di circa 10 cm e dovranno essere tagliate nel periodo che va da aprile a giugno. Una volta recise, andranno inserite in cassette piene di torba e sabbia. In questa fase è importante garantire una temperatura di almeno 20 gradi.
Lo spostamento in un vaso, invece, può essere fatto a radicazione finita.
Per quanto concerne la potatura, questa è un’operazione che va effettuata alla fine della stagione invernale. Si tratta, infatti, di un’azione necessaria per dare un’aspetto più armonioso alla coltura e per liberarla da eventuali foglie secche o imperfette.
Sul fronte delle malattie, il gelsomino del Madagascar è una pianta molto resistente che non si ammala con facilità. Attenzione però, perché potrebbe subire gli attacchi di numerosi parassiti come:
Fortunatamente, non si tratta di animali particolarmente problematici da debellare. Una volta identificato il problema, infatti, ti basterà usare degli antiparassitari naturali.
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