La natura non smette mai di stupirci. Una frase che forse non smetteremo mai di pronunciare. Soprattutto dopo aver visto queste immagini, anche i più scettici, proveranno un brivido lungo la schiena a dimostrazione dell’eccezionale forza della natura.
Tutti ricorderemo sicuramente l’enorme disastro di Fukushima, provocato dall’esplosione della centrale nucleare. E come dimenticarci di una tragedia di quelle dimensioni, seconda come numero di danni e morti, solamente a Chernobyl.
Sono trascorsi quasi 7 anni da quel fatale 11 marzo 2011, eppure la memoria non riesce a cancellare episodi di questo spessore. Scienziati, studiosi e ricercatori si sono recati senza sosta nella fatidica zona, che comprende un raggio di circa 15 km attorno alla centrale. A distanza di questi anni trascorsi, la testimonianza più significativa ci è giunta da un fotografo, il polacco Arkadiusz Podniesinski, che circa dopo 5 anni dall’esplosione si è recato proprio a Fukushima. Ciò che resta di una città completamente deserta, dopo l‘obbligo di abbandono da parte del governo giapponese di tutta la popolazione, è solamente la natura.
Resti di macchine, case, uffici e palestre letteralmente “inglobati” dalla natura. Intere zone interessate dal disastro ora appaiono ai nostri occhi come enormi macchie verdi, dominate da una natura selvaggia e vigorosa.
Nel tragico episodio, abbandonarono la città circa 150 mila persone, accertando tutt’ora che nella zona è presente un tasso di contaminazione radioattiva pari a 6.7 uSv/h (microsievert all’ora). Valore fuori da ogni parametro, considerato che è maggiore di 30 volte rispetto ai limiti consentiti e consigliati per vivere. In queste condizioni la natura però appare incontrollata e anima tutti quei luoghi, un tempo ricchi di vita, che oggi restano isolati, soli e abbandonati a loro stessi.
Più di 120 mila persona ad oggi non sono più tornate nella loro città e nei loro villaggi di origine, abbandonando case, valori affettivi e beni di prima necessità. Chi alla fine è riuscito a riprendersi ciò che le apparteneva, è stata solamente la natura.
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