La coltivazione del carrubo può essere un’esperienza decisamente divertente sia che tu voglia averlo nel tuo orto a scopo ornamentale, sia che tu voglia usarne i frutti, sia che tu voglia avere nel tuo giardino un albero di così antica tradizione.
Inoltre, se ami stare nel giardino all’ombra dei tuoi alberi, il carrubo non può davvero mancare: il suo fittissimo fogliame aiuta a creare preziose zone d’ombra che, siamo sicuri, potrebbero tornarti molto utili nei mesi più torridi dell’anno.
Insomma, se vuoi iniziare a coltivare il carrubo sei nel posto giusto: in questo articolo ti daremo tutte le indicazioni per farlo crescere al meglio.
Indice
Il carrubo: informazioni generali
Il carrubo, o Ceratonia siliqua, appartiene alla famiglia delle Caesalpiniaceae ed è un albero sempreverde coltivato prevalentemente nel Nord Africa, in Grecia e a Cipro. Per quanto riguarda l’Italia cresce spontaneamente nel Sud, mentre nelle zone più centrali o settentrionali è decisamente più raro.
Il carrubo necessita di pazienza: cresce infatti molto lentamente, ma può arrivare a superare i 10m di altezza e a raggiungere anche i cinquecento anni d’età. La chioma, di forma globosa, raggiunge i 7m di ampiezza e il tronco, robustissimo, presenta delle ramificazioni nella parte alta.
I suoi fiori sono piccoli e verdastri ed essendo il carrubo un albero poligamo-dioico esistono esemplari composti da soli fiori maschili e altri esemplari composti viceversa solo da fiori femminili.
I frutti, chiamati carrube, sono dei baccelli cuoiosi lunghi dai 10 ai 20cm. Prima di raggiungere la piena maturazione presentano un colore verde pallido che poi si trasforma in un marrone più scuro. La superficie del baccello è molto dura, ma è composta da una polpa carnosa e zuccherina; i semi all’interno, invece, sono duri, scuri e appiattiti. Il loro peso, molto omogeneo, ha fatto sì che in passato venissero utilizzati come misura dell’oro e per questo motivo sono chiamati anche “carati”.
Ma entriamo nel dettaglio della sua coltivazione.
Coltivare il carrubo: terreno ed esposizione
La prima cosa importante da sapere quando ti avvicini alla coltivazione di questo albero, è che pur essendo il carrubo è una pianta rustica che ben si adatta a qualunque tipo di terreno, predilige comunque alcune caratteristiche. Ecco dunque come dovrebbe essere il terreno ideale:
- di medio impasto
- ricco di sostanza organica
- con un pH 8 (in questo articolo scopri come misurarlo)
- con una salinità che non superi il 3%
- drenante
In linea di massima, però, il carrubo si adatta bene a tutti i tipi di terreni, siano essi calcarei, sabbiosi o rocciosi. L’unica cosa davvero importante è che non si formino dei ristagni d’acqua, perché potrebbero danneggiarne pesantemente le radici (puoi approfondire qui).
Una volta capito il tipo di terreno, vediamo l’esposizione e il clima di riferimento. Il carrubo ha bisogno di un clima mite, per questo in Italia riesce a svilupparsi prevalentemente nel Sud. Se dunque dovessi abitare in una zona in cui, durante l’inverno, la temperatura scende sotto i -5°C, la coltivazione del carrubo potrebbe essere difficoltosa. Se viceversa vivi in una zona calda e secca, ti basterà piantarlo in pieno sole per vederlo crescere forte e rigoglioso.
Il carrubo ben tollera i venti, anche quelli salmastri, ma la sua crescita è leggermente rallentata dall’inquinamento atmosferico presente nei grandi agglomerati urbani.
Coltivare il carrubo: messa a dimora
Per quanto riguarda la messa a dimora, compra le piantine di carrubo in un vivaio specializzato. Successivamente, scava delle buche che siano larghe e lunghe il doppio rispetto al pane di terra che avvolge le radici della pianta. Se vuoi piantare più d’un carrubo, ti consigliamo di distanziare i filari di almeno 3m.
Se invece vorresti dare il via a una vera e propria coltivazione di carrubo mirata alla sua fruttificazione, non dimenticare che, come abbiamo accennato prima, la maggior parte delle piante ha o fiori femminili o fiori maschili. Ti consigliamo dunque di piantare un esemplare con dei fiori maschili ogni 20 alberi con fiori femminili. In questo modo garantirai l’impollinazione e potrai poi raccogliere i frutti del tuo lavoro.
Se dovessi invece avere pochissimo spazio, ma non volessi comunque rinunciare a questa pianta così particolare, potrai comunque scegliere una pianta con fiori femminili e innestarci sopra alcuni rami provenienti da una pianta con fiori maschili.
Ricorda comunque che la fruttificazione del carrubo non inizierà mai prima dei 4 anni di vita della pianta.
Ma qual è il momento migliore per mettere a dimora il carrubo? Sicuramente alla fine del periodo invernale oppure all’inizio della primavera. L’importante è che sia in un momento poco piovoso dell’anno, in modo che sia più semplice per voi svolgere quest’operazione e che anche il carrubo non si trovi a gestire sin da queste fasi iniziali eventuali ristagni.
Coltivare il carrubo: accorgimenti culturali
Ora che il tuo carrubo è stato sistemato, ci sono degli accorgimenti culturali che devi dedicargli. Vediamoli assieme.
Per quanto riguarda l’irrigazione, il carrubo reagisce bene anche ai periodi di siccità. Nonostante questo, dovrai irrigarlo regolarmente durante la fioritura e il periodo di maturazione dei frutti, in modo da aumentarne la qualità. Per quanto riguarda invece le piantine appena messe a dimora, queste vanno innaffiate con una frequenza maggiore, soprattutto durante il periodo estivo.
Dovrai invece occuparti della concimazione in diverse occasioni:
- durante la messa dimora utilizza del letame ben maturo
- ogni due o tre anni rompi leggermente la superficie del terreno in prossimità dell’apparato radicale e spargici almeno 40kg di letame
- in alternativa ogni anno, dopo la fioritura, somministra alla base delle piante del concime organico ben maturo o del concime granulare bilanciato a lento rilascio
Il carrubo non ha bisogno di importanti interventi a livello di potatura, ma dovrai comunque seguirlo in alcune fasi importanti:
- dopo un mese dalla messa a dimora, cerca di effettuare dei tagli che possano dare alla chioma una forma equilibrata
- durante i primi anni lascia crescere liberamente l’astone, per poi cimarlo ad almeno un metro di altezza; da quel punto prenderanno il via le tre branche principali e dovrai occuparti di eliminare tutti i rami che si trovano al di sotto di quel punto
- negli anni successivi, elimina i rami malati, troppo deboli o non utili alla chioma; pota anche quelli più interni, in modo che passi quanta più luce possibile
Attento ai parassiti e alle malattie: il carrubo teme gli attacchi del mal bianco e della cocciniglia che, se non fermati in tempo, possono compromettere la salute del tuo albero. Per questo, cerca di potare subito i primi rami infetti e di utilizzare prodotti specifici per contrastarli.
La raccolta delle carrube
Dopo aver fatto tutto questo e dopo aver pazientemente atteso i tempi di questo splendido albero, sei pronto per raccoglierne i frutti: dal mese di agosto sino al mese di ottobre le carrube sono pronte per essere raccolte.
Le riconoscerai perché avranno il tipico colore marrone che identifica la piena maturazione.
L’operazione di raccolta è la cosiddetta bacchiatura, la quale consiste nello scuotere con delle canne i frutti che, colpiti, cadono a terra. Se non vuoi usare le canne perché temi di rovinare i fiori del carrubo, non temere: scuotere i rami sortisce lo stesso effetto.
Successivamente, fai essiccare le carrube per almeno due giorni, in modo che l’acqua presente evapori del tutto.
Ci sei!
Ora puoi godere non solo di un bellissimo albero ornamentale nel tuo giardino, ma grazie ai suoi frutti puoi ottenere anche dei succedanei del cioccolato, della farina gluten free, oppure utilizzare i baccelli delle carrube per l’alimentazione del bestiame.
Buon divertimento!
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