La coltivazione dell’orzo ha origini antichissime: è stata infatti una delle prime otto colture a essere rese coltivabili in quella Mezzaluna fertile di cui ti ha probabilmente parlato la tua maestra delle elementari.
Ancora oggi una parte considerevole dell’alimentazione mondiale dipende dall’orzo alimentare: pane, birra, surrogato del caffè, farine, dolci, pasticcini.
Se non vuoi essere da meno dei tuoi colleghi che già sette millenni prima della nascita di Cristo coltivavano l’orzo, in questo articolo ti spiegheremo come coltivare al meglio questo cereale.
Iniziamo!
Indice
La coltivazione dell’orzo: caratteristiche generali
La coltivazione dell’orzo è fondamentale non solo per la nostra alimentazione, ma anche per quella degli animali, per non parlare dell’industria degli alcolici di cui ti parlerò tra un attimo.
Prima però, qualche nozione generale.
L’orzo è un cereale ottenuto dalla cariosside (ovvero dal frutto secco) dell’Hordeum Vulgare, della famiglia delle Graminacee. Questa è la specie più importante, dal punto di vista economico, tra tutte le coltivazioni del genere Hordeum (da cui derivano anche l’orzo bulboso, l’orzo distico, l’orzo maschio, l’orzo di Gussone, l’orzo marittimo o quello mediterraneo).
La specie dell’Hordeum vulgare viene divisa dagli esperti in due sottospecie:
- vulgare subsp. spontaneum, ovvero quella selvatica
- vulgare subsp. vulgare, ovvero quella domesticata che puoi coltivare nel tuo orto
L’orzo è una pianta erbacea che può raggiungere un’altezza massima di 120cm e che è composta da un apparato radicale fascicolato:
- sono presidenti delle radici seminali, o radici primarie, che si sviluppano a partire dalla germinazione del seme
- sono presenti anche delle radici avventizie che derivano dai culmi di accestimento che si formano alla base del fusto, cioè sono presenti nei nodi in cui si sviluppano nuovi fusti (da ogni fusto principale, infatti, si originano almeno due fusti secondari)
Le foglie prendono origine dai nodi e sono così costituite:
- guina avvolgente
- lamina
- ligula poco appariscente
- auricole
Il fiore è invece un fiore ermafrodita ed è formato da tre stammi e da due stimmi, mentre il frutto è una cariosside dal colore giallognolo.
Dal punto di vista botanico le varietà di orzo si distinguono in base al numero di file di grani della spiga:
- Hordeum vulgare distichon, che presenta due file di grani
- Hordeum vulgare exastichon aequale, che presenta sei file di grani
- Hordeum vulgare exastichon inaequale, che presenta quattro file di grani
Orzo distico
Se vuoi produrre della birra, la coltivazione dell’orzo è il primo passo. Questo perché nel corso della germinazione produce una quantità di enzimi maggiori rispetto ad altri cereali e inoltre i semi dell’orzo sono rivestiti da protezioni che lo difendono dagli urti, contribuendo inoltre a una corretta filtrazione del mosto.
L’orzo distico è perfetto per la birra perché:
- fornisce cariossidi più uniforme e grosse
- queste cariossidi hanno un comportamento molto regolare nella maltazione
- ha un basso contenuto d’azoto
- ha glumelle sottili e non pigmentate
Ma come puoi coltivare queste varietà e a che cosa devi stare attento? Vediamolo assieme.
La coltivazione dell’orzo: terreno e avvicendamento
La coltivazione dell’orzo può avvenire in un terreno con delle caratteristiche precise:
- l’impasto deve essere medio
- deve essere ben drenato
- il pH deve essere compreso tra 7 e 8
- deve esserci un buon apporto di fosforo e potassio
Attento al clima: l’orzo dà il meglio di sé se coltivato in un clima temperato. Sarebbe meglio che le temperature non scendano sotto i 5°, ma nel periodo invernale, se protetto da sbalzi termici, riesce a sopportare temperature che arrivano ai -20°.
Per quanto riguarda invece l’avvicendamento, l’orzo fa parte della categoria degli sfruttanti, per cui segue colture da rinnovo, miglioratrici oppure un cereale maggiore. Questo perché, l’effetto residuo dell’apporto di fertilizzanti sulle colture che lo anticipano, e la reintegrazione colturale nel terreno costituiscono delle riserve in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali del nostro cereale.
Ricorda dunque di far seguire l’orzo dopo le bietole, le patate, il mais o il pomodoro. Se però devi produrre il malto ti consigliamo di non far mai avvicendare l’orzo dopo una leguminosa, coltura troppo ricca di azoto che provocherebbe un eccessivo apporto proteico all’orzo.
Se invece il tuo terreno dovesse essere particolarmente fertile, fai seguire all’orzo il pomodoro o la bietola.
La coltivazione dell’orzo: semina
La coltivazione dell’orzo prevede semine autunnali o, in casi eccezionali, primaverili:
- quelle autunnali sono effettuate soprattutto nel nord Italia durante il mese di ottobre, mentre al sud vengono posticipate tra novembre e dicembre
- quelle primaverili possono essere eseguite con ottimo tempismo evitando che la fase di maturazione avvenga durante i mesi più caldi, ma ricorda che sono l’ultima spiaggia se non sei riuscito a procedere con la semina autunnale
Se ti trovi in una regione con un clima particolarmente freddo, ti consigliamo di anticipare la semina di qualche settimana, in modo da consentire alla tua pianta di arrivare all’inverno a uno stadio di sviluppo più avanzato e quindi in grado di sopportare meglio le basse temperature.
Per ogni ettaro di terreno ti consigliamo di seminare almeno 120kg di semi, facendo attenzione ad aumentare questo quantitativo in caso di semina primaverile.
L’obiettivo è arrivare a ottenere 300 piante a metro quadro, che porteranno poi a una copertura di 600 spighe a metro quadro.
La semina può avvenire in due modi:
- utilizzando delle seminatrici da grano o pneumatiche, distanziando le righe di 12cm e inserendo i semi a una profondità di 4cm
- a spaglio
Se il tuo terreno dovesse essere eccessivamente soffice e asciutto, fai seguire alla semina una fase di rullatura, in modo da far aderire meglio il seme al terreno.
La coltivazione dell’orzo: concimazione e diserbo
La coltivazione dell’orzo, come abbiamo visto finora, è abbastanza semplice.
La concimazione, tuttavia, deve essere preparata e studiata con intelligenza, tenendo anche conto della produzione che si vuole ottenere.
Come linee generali, però, ricorda che l’orzo ha bisogno dei seguenti elementi:
- azoto, tra i 70 e i 100kg a ettaro (attento in questo caso a valutare la fertilità preesistente nel tuo terreno)
- fosforo, tra i 70 e i 100kg a ettaro
- potassio, tra i 60 e i 120kg a ettaro
Somministra già dalla semina sia il fosforo sia il potassio, mentre l’azoto va dilazionato: il 15% va somministrato intorno a gennaio, il 40% a febbraio e la parte restante durante la levata del mese di marzo.
Ma attento: se stai coltivando dell’orzo per la produzione di malto, ti consigliamo di evitare l’ultima azotata del mese di marzo; questo perché il contenuto di proteine deve essere mantenuto quanto più basso possibile.
Per quanto riguarda invece il diserbo, gestire l’orzo è molto più semplice che gestire il frumento.
L’orzo è infatti una coltura che riesce a gestire meglio la presenza di infestanti, anche se puoi comunque prendere dei semplici accorgimenti per evitare l’insorgere di problemi:
- durante la semina usa sementi certificate per l’assenza di malerbe
- ricorda di pulire le macchine operatrici
- non bruciare mai le paglie perché questo provoca una perdita di sostanza organica
La raccolta dell’orzo
La raccolta dell’orzo ha un’unica difficoltà: deve essere molto veloce perché altrimenti si rischia di compromettere la spiga, vista la sua fragilità.
Se il tuo terreno è in una zona molto fertile, preparati a poter raccogliere fino a 7 tonnellate per ettaro; se invece ti trovi in una zona meno fertile, potrai comunque raccogliere almeno 3 tonnellate per ettaro.
Detto ciò, buon divertimento!
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!