Una delle malattie più temute dagli agricoltori, dopo la rogna dell’ulivo e la mosca dell’ulivo, è senz’altro la lebbra delle olive, un’altra patologia micotica che colpisce direttamente i drupi dell’ulivo.
Grazie ad alcune azioni preventive e a dei sistemi di cura efficaci, eliminare la lebbra delle olive è oggi possibile evitando di danneggiare permanentemente il raccolto.
Il danno economico che deriva da questa malattia è infatti molto grave: colpisce direttamente le olive, e quindi viene sacrificata sia la qualità che la quantità di olio.
Una delle tecniche di prevenzione che raccomandiamo sempre è quella di seguire le nostre colture con i moderni strumenti tecnologici che permettono rilevazioni quotidiane sulla salute dei nostri orti.
Ne è un esempio Elaisian, che con i suoi sistemi di agricoltura di precisione offre soluzioni adeguate per il controllo costante dell’uliveto.
Andiamo intanto a vedere come trattare la lebbra dell’olivo, quando iniziare i trattamenti preventivi e come riconoscerla in tempo.
Indice
Lebbra delle olive: come si manifesta
La lebbra delle olive è una malattia della pianta d’ulivo generata da un fungo, il Gloeosporium olivarum (Almeida, 1899), noto anche come Colletotrichum gloeosporioides (Ottone Penzig e Pier Andrea Saccardo, 1884).
Come tutti i funghi, la crescita del Gloeosporium olivarum è stimolata da condizioni di forte umidità, ed è per questo che il suo attecchimento sulle piante di ulivo inizia con l’arrivo delle piogge autunnali con temperature comprese tra 15° e 20°.
Sono proprio le piogge fredde a far alzare ancor di più l’umidità e a favorire la comparsa della lebbre delle olive.
Riconoscere un’infezione da fungo di questo genere è abbastanza semplice: vengono attaccati soltanto i frutti, quindi le olive, che si macchiano sulla superficie formando delle necrosi di colore scuro, spesso nelle zone in cui la lenticella è più chiara.
In corrispondenza di queste macchie la buccia sembra inizialmente marcia, per poi diventare secca e dura nel giro di qualche giorno.
Non è inusuale notare la presenza di pustolette rossastre, che testimoniano proprio la presenza del fungo vivo.
Il fungo si presenta raramente sulle foglie e sui rami. Nel primo caso, si potranno notare macchie da giallo a marrone scuro; se l’infezione corre sui rami, con macchie marroni e scure, significherebbe che l’infestazione è ad uno stato molto grave e avanzato.
Il danno della lebbra delle olive ha un’entità economica seria: oltre a provocarne la cascola, infatti, la lebbra delle olive può manifestarsi anche dopo settimane dalla raccolta, durante la stabulazione in magazzino.
Trovare un problema del genere a seguito della raccolta può creare guai di non poco conto alla produzione dell’olio.
Ecco perché bisogna agire in maniera preventiva, innanzitutto con un controllo serrato della fruttificazione degli alberi che includa l’indice di umidità, la presenza di prime sintomatologie da rilevare immediatamente e una buona concimazione e cura dell’albero.
Se ricordare tutto questo richiede molto impegno, il lavoro è sicuramente alleggerito affidandosi a sistemi di rilevazione quotidiana con alert giornalieri, come quello di Elaisian, che avvisano immediatamente l’agricoltore su ogni cambiamento delle proprie coltivazioni.
Lebbra delle olive: cure
Sappiamo ora riconoscere la lebbra delle olive e, alla comparsa dei primi sintomi, sappiamo che dobbiamo correre ai ripari subito per non subire danni economici importanti.
Come debellare definitivamente il Gloeosporium olivarum dal nostro uliveto?
Come anticipato, la lotta alla lebbra delle olive è di due tipi: uno agronomico, di stampo preventivo, e uno chimico, da mettere in pratica se la lebbra ha già colpito le nostre piante.
La lotta agronomica consente non solo di risparmiare le spese per i trattamenti curativi, ma anche di non utilizzare prodotti chimici sulle piante che potrebbero trasportare ai frutti, e quindi sulle nostre tavole, i componenti al loro interno.
Una buona prevenzione passa per:
- una potatura dell’olivo ben fatta che privi la chioma di condense, evitando così la stimolazione al fungo data dall’umidità;
- una preparazione del terreno con un sistema di drenaggio e irrigazione adeguati, come quelli di Elaisian, per scongiurare il rischio di ristagni idrici;
- una buona concimazione che rafforzi il sistema immunitario della pianta con gli elementi nutritivi di cui ha bisogno.
Se l’infestazione è ancora contenuta, si può procedere con la rimozione delle parti infette, che siano i frutti o le foglie, da bruciare lontano dall’uliveto.
La lotta chimica prevede invece l’impiego di prodotti a base rameica, come l’ossicloruro tetraramico in combinazione con gluconato di rame o l’idrossido di rame.
Infine, alcune cultivar si sono dimostrate più resistenti di altre: tra quelle più sensibili all’infezione rientra il Leccino, quelle che invece mostrano una media resistenza sono il Frantoio, il Moraiolo e il Pendolino e quelle invece molto resistenti di Grignan e Cipressino.
Se anche tu sei interessato a ricevere maggiori informazioni in merito al sistema Elaisian, qui trovi i riferimenti dell’azienda:
ELAISIAN
www.elaisian.com
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