Settembre è finalmente arrivato e, si sa, è lui il vero capodanno dell’anno: tutto riprende o comincia, si iniziano a tirare le somme e si dà il via a nuovi progetti.
Nel mondo agricolo niente segna la fine di un percorso e l’inizio di un altro quanto la giornata della vendemmia: non solo lavoro, ma anche momento di ritrovo e convivialità per tutta la comunità, da festeggiare con un ricco pranzo condiviso al termine della pigiatura.
In questo articolo scoprirai le caratteristiche principali dell’uva da vino, quali sono i rischi che maggiormente incombono sui tuoi vigneti e come il settore vinicolo sia fondamentale nella nostra economia.
Indice
Vendemmia: quale uva?
Iniziamo dalle basi: i vitigni sono divisi in uve da vino, uve da essiccare e uve da tavola.
Queste le caratteristiche dell’uva da destinare alla produzione del vino:
- acidità elevata
- minore quantità di zuccheri naturali
- polpa succosa e non molto compatta
- buccia spessa
I vitigni possono essere da vino rosso (tra i più famosi ricordiamo il Merlot, il Barbera, il Sangiovese, il Montepulciano, il Primitivo), da vino bianco (come lo Chardonnay, il Riesling, il Verdicchio) o adatti per gli spumanti (come i Moscati o le Malvasie).
Per legge, l’unica specie di vite che si può utilizzare per il vino è la vinifera, che fa parte della famiglia delle Vitaceae.
In Italia esistono oltre 300 varietà di uva, molte derivanti da decenni di ibridazioni.
Ma l’uva in sé, com’è logico, non basta a produrre un buon vino. Vediamo quali sono le esigenze delle viti e i pericoli da cui bisogna difenderle.
Uva: come coltivarla
Per riuscire a produrre un buon vino, devi prestare molta attenzione a come pianti, poti e tratti le tue viti.
Di fondamentale importanza è il terreno in cui scegli di iniziare la coltivazione. Per non sbagliare, scegli sempre delle viti che sono già diffuse nella tua zona: questo perché ogni vite è adatta a terreni specifici.
Queste sono le caratteristiche alle quali devi prestare più attenzione:
- il drenaggio e la fertilità di suolo e sottosuolo
- la topografia, ovvero la pendenza, l’altitudine e l’esposizione del terreno
- il macroclima, ovvero il clima della regione
- il mesoclima, ovvero il clima del vigneto (che si modifica se per esempio nei pressi del tuo vigneto sono presenti laghi oppure boschi)
- il microclima della vite
Possiamo prendere in prestito dai nostri rivali francesi un termine utile per sintetizzare tutte queste caratteristiche: terroir, parola che richiama non solo le caratteristiche climatiche del vitigno e del suolo, ma anche la storia, la cultura e la tradizione del territorio.
Viti: quali pericoli?
Per riuscire a produrre un buon vino è necessario che le viti vengano protette dalle malattie provocate da insetti, parassiti o funghi.
Per far fronte a queste avversità è necessario prendersi cura delle piante quando la malattia è ancora allo stadio iniziale, in modo da evitare che si arrivi alla morte della vite o alla compromissione degli acini.
In aumento è anche il fattore di rischio rappresentato dagli ungulati: cinghiali, cervi, daini, caprioli e camosci possono diventare un pericolo per le tue piante. In primavera questi animali amano cibarsi dei germogli, stroncando la produttività del vigneto; d’estate invece, si introducono nel tuo terreno per cibarsi delle bacche.
Al momento questo problema rimane senza una soluzione definitiva, ma ecco qualche accortezza che puoi mettere in pratica nel tentativo di limitare i danni:
- sistema dei dissuasori a ultrasuoni, che andranno modificati di tanto in tanto per evitare che gli animali si abituino
- circonda il terreno con una recinzione in ferro alta almeno due metri; meno efficaci, ma comunque utili, sono le reti metalliche e quelle elettriche
- spruzza lungo il perimetro della tua vigna dei prodotti a base di grasso di pecora, il cui odore è sgradito agli ungulati
Dal Chianti al Montalcino, dalla Maremma all’entroterra pisano il problema dei danni da ungulati è uno dei problemi più seri e per i quali stentano ad arrivare risposte istituzionali che siano funzionali e risolutive.
È in corso ormai da tempo un braccio di ferro con le associazioni animaliste e con gli stessi cacciatori. Infatti, nonostante il prelievo dei capi selvatici, i numeri di alcune specie (cinghiali, daini, caprioli e cervi) non solo non sono in calo, ma sono al contrario in rapido aumento.
Ogni anno, inoltre, i viticoltori devono tenere a mente un’altra grande incognita del loro lavoro: il meteo.
La vendemmia e i cambiamenti climatici: come conciliarli?
L’Italia è leader mondiale nella produzione vinicola grazie all’abilità dei nostri produttori e agricoltori, alla bontà delle nostre uve e al nostro territorio.
Ma dopo tre anni di crescita costante e con un picco di produzione nel 2016 (con 54 milioni di ettolitri di vino prodotti), il 2017 ha invece visto un calo produttivo del 26%, fermandosi a 46 milioni di ettolitri.
Questo calo è dipeso dalla forte siccità e calura che hanno colpito il nostro paese durante la scorsa estate. Le gelate primaverili hanno contribuito a complicare un quadro già difficile. Il clima non favorevole ha colpito anche i nostri principali competitor, Francia e Spagna, permettendoci di rimanere al primo posto nel settore vinicolo.
Ma bisogna iniziare a prendere delle contromisure.
Per cercare di mitigare gli effetti che i cambiamenti climatici imporranno sempre più sui nostri vigneti, ecco dei piccoli accorgimenti da mettere in pratica:
- evitare la desfoliazione delle piante
- mantenere i grappoli all’ombra
- favorire il radicamento delle piante
- puntare sulla varietà e sulla biodiversità
Vendemmia 2018: parola alla Cia
Dopo i problemi della scorsa estate e nonostante l’agosto segnato dal maltempo che ci siamo appena lasciati alle spalle, la Confederazione Italiana Agricoltori è ottimista: la vendemmia del 2018 sarà migliore rispetto a quella del 2017.
Soprattutto per i vini bianchi è prevista un’annata qualitativamente ottima: questo grazie al clima altalenante di quest’estate, che ha reso le uve equilibrate e ricche di aromi.
Ci sono comunque regioni a rischio, come la Liguria, l’Umbria e la Toscana: qui il maltempo è stato particolarmente violento e le incursioni di cinghiali e caprioli sono state numerose.
Cesare Pavese scriveva che i giorni della vendemmia «sono i giorni più belli dell’anno»: sicuramente, oggi, sono da vivere con un occhio di riguardo in più nei confronti del clima e degli animali selvatici.
È questa è la vera sfida che attende i viticoltori nei prossimi anni, a cui siamo certi i nostri produttori sapranno rispondere con competenza e professionalità.
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