L’inerbimento del vigneto, il segreto per viti rigogliose e ottimo vino

Inerbimento del vigneto

L’inerbimento del vigneto è una pratica di coltivazione del terreno molto utilizzata dalle aziende vinicole, non solo per risparmiare in termini di costi e fatica, ma anche perché contribuisce alla bontà del prodotto finale: il vino.

Questa tecnica consiste nella creazione di un prato in vigna, formato dalle erbe migliori per questo scopo e in grado di creare un equilibrio biologico tra i microrganismi e gli insetti del terreno. È inoltre in grado di diminuire i problemi che la vite potrebbe sviluppare.

In questo articolo ti spiegheremo in cosa consista esattamente l’inerbimento del vigneto, come puoi gestirlo e quali sono i pro e i contro.

Indice

L’inerbimento del vigneto: cos’è

L’inerbimento del vigneto consiste nel rivestire il terreno occupato dalle viti con una copertura erbacea, che andrà controllata e regolata periodicamente attraverso degli sfalci.

Inerbimento del vigneto

Inerbinare vuol dire rivestire il terreno delle viti con una copertura erbacea

L’inerbimento può essere di due tipi:

  • spontaneo, ottenuto lasciando crescere la flora nel vitigno senza alcun intervento umano. L’inerbimento spontaneo può essere però controproducente: nonostante il dispendio economico sia praticamente nullo, il risultato finale potrebbe non corrispondere alle tue esigenze. Infatti, le erbe che crescono spontaneamente possono risultare competitive con la vite che, ricorda, deve rimanere la tua coltura principale
  • artificiale, ottenuto attraverso la semina di un miscuglio di quattro o cinque specie di graminacee e una percentuale variabile di leguminose. Questa soluzione, più dispendiosa da un punto di vista economico e di cure richieste, permette però di ottenere un manto erboso che resiste ai calpestamenti e sarà poi in grado di aiutarti nella tua lotta contro gli infestanti

L’importanza data all’inerbimento è legata al modo in cui questo limita l’erosione del terreno in forte pendenza. Infatti, nei terreni lavorati, gli agenti atmosferici trasportano verso il basso le particelle più fini e le sostanze nutritive, impoverendo le zone più alte. Uno dei modi in cui puoi evitare che il tuo terreno si impoverisca ed eroda è lasciandolo, appunto, inerbito, cioè non lavorato durante l’autunno e l’inverno. In questo modo il tuo terreno, sia esso un vitigno o un frutteto, manterrà una costante presenza di sostanze organiche.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le erbe che possono aiutarti in questo difficile compito.

L’inerbimento del vigneto: quali essenze erbacee utilizzare

L’inerbimento del vigneto, per poter dare dei risultati davvero soddisfacenti, deve essere eseguito utilizzando delle essenze erbacee precise.

Queste le erbe che, a seconda del terreno, non devono mancare quando ti prepari a inerbare artificialmente il tuo vigneto:

  • festuca ovina, graminacea adatta ai terreni siccitosi
  • festuca rubra, graminacea che resiste bene alle temperature basse, ma non è adatta ai terreni siccitosi; può durare sino a dieci anni e necessita di pochi sfalci
  • festuca arundinacea, graminacea adatta ai terreni fertili, ma molto esigente in termini di apporto d’acqua; garantisce un numero considerevole di sfalci ed è molto utile per frenare la vigoria delle piante
  • lolium perenne, graminacea particolarmente adatta se il tuo terreno si trova in un clima umido, mentre reagisce male sia alle temperature basse sia alla siccità; riesce a soffocare le infestanti coprendo rapidamente il suolo, ma ha una durata breve
  • trifolium repens, leguminosa conosciuta con il più comune nome di trifoglio; utile per migliorare la fertilità e la struttura del suolo, riesce ad apportare azoto al terreno ed è quindi adatta per suoli argillosi e calcarei
  • poa pratensis, graminacea di lunga durata e molto resistente ai calpestamenti
Inerbimento del vigneto

Ci sono erbe più indicate per inerbinare il vigneto

Qualunque siano le essenze erbacee da te scelte, l’importante è che siano varietà basse e che non vadano a interferire con la crescita delle tue viti. Assicurati anche che le sementi che utilizzerai per l’inerbimento abbiano tutte le certificazioni biologiche.

Ma ora vediamo, nei fatti, come procedere.

L’inerbimento del vigneto: periodo di semina e gestione

L’inerbimento del terreno può essere svolto in vari periodi dell’anno, ma ti consigliamo di farlo sempre da metà settembre a fine ottobre e da fine gennaio a metà marzo.

La semina deve avvenire a spaglio o alla volata, cioè spargendo il seme in maniera uniforme su tutta la superficie del terreno. Ricorda che dovrai comunque spingere i semi a 2cm di profondità tramite un rastrello o un rullo.

Lo sfalcio è un momento fondamentale nel processo di inerbimento del terreno: è così che vengono rilasciati tutti gli elementi nutritivi utili alle piante. Se l’erba viene tagliata troppo presto, infatti, la mineralizzazione sarà rapida e le potenzialità della concimazione organica non verranno sfruttate; se invece l’erba è matura al momento dello sfalcio, riuscirai a formare un humus utile ad aumentare l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte del terreno.

Inerbimento del vigneto

Quando è il momento di procedere con l’inerbimento?

Ti consigliamo dunque di effettuare un primo sfalcio subito dopo la fioritura e un secondo sfalcio dopo quindici giorni.

Questo processo crea un equilibrio naturale nel vigneto: l’erba tagliata crea una sorta di pacciamatura che, oltre a trasferire nel terreno le sostanze nutritive, ripara le radici delle viti dal caldo.

Ci sono viticoltori che preferiscono una tecnica mista: lasciano inerbita la parte centrale del filare, procedendo poi al diserbo delle altre file vicino ai piedi della vite. Questa metodologia è molto costosa e ha senso praticarla solo nel caso in cui le viti siano ancora molto deboli e non riescano a competere con l’erba.

L’inerbimento del vigneto: vantaggi

L’inerbimento del terreno, come avrai ormai intuito, è una pratica che può portare molti vantaggi alla tua vigna. Oltre al fatto che, rispetto ai terreni lavorati, grazie a questa pratica si possono ridurre del 95% le perdite suolo, l’inerbimento del terreno porta numerosi vantaggi soprattutto nell’agricoltura biologica.

Inerbimento del vigneto

I vantaggi di questa procedura sono tantissimi e influiscono sia sulla qualità della coltura che del vino

Vediamoli assieme:

  • aumenta e conserva la sostanza organica: lo sfalcio, come abbiamo già visto, costituisce uno strato di pacciamatura naturale e una concimazione organica. Questo tappeto erboso migliora il trasferimento di fosforo e potassio, prima superficialmente e poi sempre più in profondità. Più il manto erboso sarà stabile e compatto, meno saranno necessarie le concimazioni organiche
  • miglioramento della struttura del terreno e minore ristagno idrico: aumentando la sostanza organica, il suolo sarà più compatto e aggregato, con una porosità maggiore. Questo significa tre cose: il terreno sarà in grado non solo di assorbire più acqua, ma anche di liberarsi di quella in eccesso; inoltre negli strati più profondi l’aerazione sarà maggiore. Di questo beneficiano le viti che, con un maggiore apporto di acqua e aria, cresceranno più sane
  • risparmio economico e di tempo: scegliere l’inerbimento significa fare molte meno lavorazioni al terreno. Non solo dunque risparmierai i costi del gasolio e della manodopera utili per compiere le lavorazioni, ma inquinerai molto meno l’ambiente
  • aumento della portanza: l’inerbimento migliora la portanza stessa del terreno, ovvero2 la sua capacità di sostenere il passaggio delle macchine agricole
  • controllo della vigoria delle piante: la presenza di una competizione tra la coltura principale e il manto erboso permette di tenere sotto contro la vigoria delle piante stesse, riducendo di fatto gli interventi di potatura
  • aumento della biodiversità: la presenza permanente del manto erboso favorisce la presenza degli insetti (sia quelli utili come le api, sia quelli dannosi come i parassiti) e proprio questa biodiversità creerà con il tempo un equilibrio biologico che ti permetterà di diradare i tuoi interventi in difesa delle colture

L’inerbimento del vigneto: svantaggi

L’inerbimento del terreno, come ogni pratica di lavorazione (o di non lavorazione, in questo caso) del terreno porta con sé anche degli svantaggi.

Innanzitutto, devi prestare attenzione alla competizione idrica tra il manto erboso e la tua coltura principale, soprattutto se lavori un terreno siccitoso e in assenza di un impianto di irrigazione. In questi casi ricorda che l’inerbimento permanente totale deve essere effettuato solo se il tuo terreno presenta altissime probabilità di erosione e solo se hai ottime disponibilità idriche.

Se l’apporto d’acqua di cui disponi dovesse essere limitato, opta per il sovescio, ovvero un inerbimento parziale. In questo caso, lascia delle aree non inerbite, mantenendo le precedenti lavorazioni del terreno.

Valuta se inerbire il tuo vigneto se vivi in una zona fredda: l’inerbimento, infatti, aumenta il rischio di gelate, perché la temperatura al suolo è più bassa rispetto ai terreni lavorati.

Se però la tua vigna si trova in una zona con un clima temperato e tu disponi di un impianto di irrigazione, allora optare per l’inerbimento del terreno non ha alcuna controindicazione. Anzi, in questo modo riuscirai a ottenere un’uva di miglior qualità, a ridurre i marciumi e anche la presenza del temuto fungo Botrytis. E sappiamo bene come a un’uva ottima corrisponda un buon vino.

Cosa aspetti, dunque?

 

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L’inerbimento del vigneto, il segreto per viti rigogliose e ottimo vino ultima modifica: 2018-10-30T12:00:36+00:00 da Giulia Corrias

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