di Antonino Crapanzano
Sapete cosa è il litotamnio?
Per chi di voi non lo sapesse ancora, il litotamnio è una polvere calcarea naturale ricavata dalle alghe rosse che viene utilizzata in agricoltura biologica per vari scopi, ad esempio come antiparassitario naturale, come concime per le nostre piante e come ammendante per il terreno.
Per saperne di più, date un’occhiata a questo articolo dove potrete avere tutte le informazioni necessarie riguardanti l’origine del litotamnio e i diversi utilizzi che se ne possono fare.
In questo articolo, invece, parleremo dell’uso del litotamnio in zootecnia.
Indice
Litotamnio: uso in zootecnia
Come abbiamo detto, il litotamnio trova molti utilizzi in agricoltura biologica poiché si tratta di un prodotto costituito totalmente da componenti naturali. Tra i vari settori nei quali può essere impiegato il litotamnio, dobbiamo citare l’uso zootecnico.
Nel 2015, presso l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Parma, è stato effettuato uno studio con l’obiettivo di vedere quali sono gli effetti derivanti dall’uso zootecnico del litotamnio, in particolare sul rumine di alcuni capi in fase di ingrasso.
Dai risultati della ricerca si può affermare che questo tampone ha fornito risultati molto interessanti, infatti, è stato constatato che il litotamnio sembra ridurre il pH del rumine moderando, così, le sue oscillazioni e limitando il rischio di comparsa di acidosi.
Prima di continuare, dobbiamo prima definire cosa si intende per tampone ruminale. Si tratta di un prodotto che determina la diminuzione del pH ruminale e si distingue dai tamponi neutralizzanti che, invece, comportano un aumento del pH del rumine.
In zootecnia e, in particolare, nell’allevamento dei bovini sappiamo che la salute degli animali, così come altri parametri produttivi, sono influenzati dall’equilibrio dell’ambiente ruminale. Il pH del rumine varia, durante la giornata, in base al tipo di dieta, al numero di somministrazioni e alle caratteristiche dell’alimento.
In questo contesto, possiamo affermare che l’efficienza dell’attività del rumine si ha con un pH compreso tra 6 e 7 in quanto con un pH inferiore a 6 sarà inibita la digeribilità della sostanza secca che continuerà a ridursi al diminuire del pH.
Per questi motivi si rende necessario in ambito zootecnico e, in maniera principale, nell’allevamento dei bovini, l’uso dei tamponi, come il litotamnio.
Cosa sono e quali sono i tamponi ruminali?
I tamponi ruminali, come abbiamo accennato prima, sono prodotti che hanno il compito di limitare la diminuzione del pH del rumine senza che ci sia un suo aumento. In quest’ultimo caso si parla di composti definiti neutralizzanti (Staples and Lough, 1989).
Questi prodotti hanno effetti benefici sulla produzione e sul benessere animale e per questo motivo sono molto impiegati nell’allevamento dei bovini da latte e da carne. Per poter agire come tampone, un composto deve essere un acido debole o una base o un sale solubile in acqua.
I principali tamponi utilizzati sono il bicarbonato di sodio, il bicarbonato di potassio, il carbonato di magnesio e il carbonato di calcio. I composti neutralizzanti sono, invece, il carbonato di sodio, il carbonato di potassio, l’ossido di magnesio, l’idrossido di sodio e il calcio idruro.
Quelli maggiormente utilizzati nell’alimentazione dei bovini da latte e da carne sono: il bicarbonato di sodio, l’ossido di magnesio e il carbonato di calcio.
Oltre a questi prodotti e composti neutralizzanti, al fine di ottenere una migliore efficacia nella modulazione del pH ruminale, sono stati presi in considerazione altri additivi tra i quali sono risultati efficaci i lieviti e gli oli esseniali. Tra questi, il litotamnio per uso zootecnico ha assunto notevole importanza come tampone del pH ruminale.
Il litotamnio come tampone ruminale
Derivato dai residui fossili delle alghe rosse prelevati dai fondali bretoni e irlandesi, l’utilizzo di Lithothamnium calcareum nell’alimentazione animale è di recente introduzione.
Secondo gli studi effettuati da Cruywagen et al. tra il 2004 e il 2007, l’impiego del litotamnio risulta avere una maggiore efficienza nel mantenimento dei valori del pH ruminale rispetto al bicarbonato di sodio e ciò comporta un miglioramento nella produzione del latte e del suo titolo lipidico.
Gli studi sono stati eseguiti prendendo in considerazione i seguenti parametri: incremento ponderale medio giornaliero, assunzione dell’alimento, indice di conversione alimentare, andamento del pH ruminale, caratteristiche qualitative e chimiche delle feci.
Si è arrivati, quindi alla conclusione che la capacità tampone del rumine viene influenzata da fattori che sono in grado di alterare la qualità e la quantità della saliva, la concentrazione degli acidi grassi volatili e dell’anidride carbonica e il tasso di passaggio e di assorbimento dei prodotti della fermentazione attraverso il rumine.
Lo scopo dell’utilizzo dei tamponi è quello di sostenere e affiancare la capacità fisiologica tampone del rumine e questa attività è legata alla loro solubilità.
Il litotamnio ha suscitato molto interesse in quanto possiede un’azione efficace per quanto riguarda le performance di crescita, la digeribilità della dieta e il benessere animale poiché, nell’uso zootecnico, è in grado di limitare la riduzione del pH del rumine e contiene le sue oscillazioni riducendo il rischio di acidosi e di patologie connesse.
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