Mais arcobaleno: la biodiversità in una pannocchia multicolore

chicchi-di-mais-arcobaleno-glass-gem-corn

Basta aprire una pannocchia di mais arcobaleno, per capire che non si tratta di granoturco geneticamente modificato ma ha un’origine totalmente naturale!
La particolare varietà di mais multicolore, frutto degli incroci degli antichi semi di granoturco piantati dai nativi americani, è diventata famosa in tutto il mondo con il nome di Glass Gem Corn perché quando si apre una pannocchia arcobaleno si ha la sensazione di aprire uno scrigno pieno zeppo di gemme luccicanti e colorate.

Scopri come questa speciale varietà di mais ibrido multicolore si è salvato dall’estinzione e perché è un esempio straordinario di biodiversità.

mais arcobaleno - pannocchie di Glass Gem Corn

Indice

Un nativo americano alla ricerca delle proprie origini

La storia del mais arcobaleno è la testimonianza sorprendente e straordinaria di come un’antica varietà di granoturco sia sopravvissuta all’estinzione grazie alla passione di un agricoltore dell’Oklahoma, Carl Barnes, che desiderava preservare il proprio passato, l’ambiente e la biodiversità.
Carl Barnes, discendente dalla tribù nativa dei Cherokee, sin da giovane ha studiato le varie fasi della coltivazione del granoturco e i riti sacri che facevano parte di questa coltura fondamentale dell’alimentazione della sua tribù di origine.
L’agricoltore americano, per ritrovare un contatto con il proprio popolo, è andato in giro per gli Stati Uniti alla ricerca di quelle varietà di mais ancestrali che erano andate perdute all’inizio del ‘800, quando il popolo dei Cherokee si trasferì nei territori dell’Oklahoma.
Barnes ha rintracciato alcuni semi di specie di mais incredibilmente antiche e particolari tra cui alcune con le pannocchie dai chicchi multicolore e, dopo anni di selezione di diverse specie di mais, ha incrociato le diverse varietà di granoturco e ha creato una varietà i cui chicchi hanno la particolarità di essere di tanti colori vivaci.

pannocchie di Glass Gem Corn il mais arcobalenoIl successo mondiale di questo affascinante mais ibrido colorato si deve alla collaborazione tra Barnes, l’agricoltore Greg Schoen e Bill McDorman, titolare di una piccola azienda agricola di sementi.
Dopo la semina e la creazione di piantagioni a mano a mano più estese di mais, sempre più colorato grazie ai nuovi incroci, il progetto iniziato da Carl Barnes è diventato un’organizzazione no-profit, la Native Seeds/SEARCH, che si occupa della preservare e commercializzare le varietà ancestrali colture dal sud-ovest degli Stati Uniti e dal Messico nord-occidentale.

Glass Gem Corn: caratteristiche principali del mais arcobaleno

Quando i chicchi del mais arlecchino Glass Gem Corn sono freschi assumono tantissime colorazioni molto accese, dal giallo all’arancione dal verde al rosa ma anche toni del viola e del blu, ma quando si seccano e perdono l’acqua precedentemente contenuta la lucentezza che li caratterizza scompare per lasciare il posto a delle romantiche tonalità pastello.
chicchi di mais arcobaleno - Glass Gem CornColtivare il mais Glass Gem Corn non richiede particolari accorgimenti rispetto alla coltivazione del mais comune e i chicchi sono commestibili anche se l’involucro esterno del mais arcobaleno è molto più duro rispetto al classico mais da supermercato quindi non è adatto per essere cucinato al vapore, lessato e servito semplicemente con burro e sale.
Il mais arlecchino, per il suo alto contenuto di amido, viene quindi usato principalmente per la preparazione di farine e per fare pop corn.

Ti stai domandando se anche i pop corn di mais colorato siano di tante sfumature arcobaleno?
La risposta purtroppo è no perché il colore è racchiuso nella buccia del chicco e non nell’interno “amidoso” che si gonfia e poi lo fa scoppiare!

Laura Cannarella

Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!

SEGNALA ARTICOLO


Mais arcobaleno: la biodiversità in una pannocchia multicolore ultima modifica: 2018-02-16T12:35:42+00:00 da Noisiamoagricoltura

Articoli correlati