L’alloro è una delle piante più antiche e resistenti che possiamo trovare in natura, e sicuramente una delle più diffuse nelle nostre case. Ma esistono alcune malattie dell’alloro che possono compromettere il benessere di questa pianta.
Questa pianta è molto diffusa soprattutto nelle zone settentrionali del Mar Mediterraneo, mentre in Italia cresce spontaneamente soprattutto al centro o al sud. Ma perché l’alloro è così amato? Non solo perché il suo utilizzo in cucina è apprezzato in tante culture, ma anche perché è semplicissimo da coltivare. Infatti, si sviluppa bene in qualsiasi tipo di terreno e anche la moltiplicazione (per polloni o per talea) è davvero un gioco da ragazzi.
E dunque, quali sono queste temute malattie dell’alloro? Vediamole insieme in questo articolo.
Indice
Malattie alloro: le cause
A causare la quasi totalità delle malattie dell’alloro possono esserci delle condizioni colturali non adeguate, come per esempio un errato apporto idrico, oppure uno spiacevole attacco da parte di alcuni insetti o batteri.
Esistono poi delle malattie fungine che possono portare a degli spiacevoli risultati, tra cui l’indebolimento progressivo della nostra pianta. Inoltre, se ignorato, il problema può sfociare anche nella morte della pianta: una fine che di certo non auguriamo a questa aromatica così preziosa!
Ecco quali sono le malattie dell’alloro più comuni, da quelle fungine a quelle causate da alcuni batteri:
- Oidio
- Fumaggine
- Batteriosi
- Vaiolo della baia
- Phytopthora
- Xyella
L’oidio
L’oidio è una malattia fungina che colpisce non solo l’alloro, ma anche molte altre piante. Conosciuto anche con il nome di mal bianco, si riconosce dalla presenza di una patina biancastra sulla pagina superiore delle foglie. In questo modo la pianta non riesce a completare la fotosintesi, diventando sempre più debole.
Come possiamo risolvere? Per fortuna è molto semplice. Ci basterà nebulizzare sulle foglie di tutta la pianta un composto di acqua e bicarbonato. Ovviamente, dopo aver potato con attenzione tutte le parti colpire.
La fumaggine
Proprio come l’oidio è facilmente riconoscibile per la presenza di una patina bianca, qualora quest’ultima fosse nera ci troveremmo di fronte a un’altra malattia fungina: la fumaggine. In questo caso, un eccesso di irrigazioni oppure un elevato tasso di umidità possono provocare l’insorgere della fumaggine che, proprio come l’oidio, impedisce all’alloro di procedere con la fotosintesi.
Anche qui, la potatura dell’alloro viene in nostro soccorso: ripuliamo la pianta con attenzione e, se non dovesse riprendersi, effettuiamo anche un trattamento con la poltiglia bordolese.
La batteriosi
La batteriosi, come il nome lascia intuire, è una malattia batterica che si presenta a livello fogliare oppure fruttifero. In che modo?
- Ferite sui frutti
- Macchie o ferite sulle foglie
Anche in questo caso procediamo prima di tutto tagliando le parti malate e poi effettuando dei trattamenti con prodotti a base di rame.
Il vaiolo della baia
Anche se il nome di questa malattia dell’alloro può sembrare decisamente spaventoso, niente paura: la pianta guarirà dal vaiolo della baia grazie all’applicazione di un fungicida rameico. Possiamo accorgerci dell’insorgere di questa malattia perché compariranno sulle foglie delle macchie violacee.
Il Phytopthora
Abbiamo visto prima come a volte delle irrigazioni sbagliate possano portare alla comparsa di alcune malattie. Il Phytopthora è una di queste, perché è causato da un’irrigazione eccessiva oppure da un terreno non sufficientemente drenante. Cosa fare?
- Assicuriamoci che l’acqua venga ben assorbita dalle radici
- In alternativa, riempiamo la buca con una parte di torba e una parte di perlite
- Non innaffiamo la pianta troppo spesso
- Non esponiamola neanche a piogge frequenti
La Xylella
Anche la Xylella è un batterio decisamente antipatico che può colpire il nostro alloro. Possiamo accorgercene perché la pianta non solo si seccherà, ma smetterà anche di crescere. Cerchiamo di rimediare potando le parti colpite di modo che l’infezione non si diffonda a tutta la pianta.
I parassiti dell’alloro: come riconoscerli
Malattie fungine e batteri non sono però le uniche malattie dell’alloro. Non possiamo infatti dimenticarci dei parassiti che, nutrendosi della linfa e delle foglie giovani, arrestano la crescita delle piante e ne compromettono il benessere.
Alcuni sono molto difficili da individuare a occhio nudo, mentre per altri bisogna solo sapere cosa cercare. Ecco quali sono i parassiti più comuni:
- La psilla
- La cocciniglia
- L’oziorrinco
La psilla
Iniziamo dalla psilla, un parassita dell’alloro che si nutre delle sue foglie più giovani, portandole a un arrotolamento e a un rapido disseccamento. Inoltre, questo parassita rilascia sulle foglie una sostanza bianca e appiccicosa, la melata, che contribuisce a bloccare la fotosintesi.
Per eliminare la psilla possiamo spruzzare sulla pianta dell’acqua unita a del sapone potassico oppure introdurre nell’habitat gli Antocoridi, degli insetti che si nutrono proprio di questo parassita.
La cocciniglia
Per scovare invece la cocciniglia dovremo controllare periodicamente le pagine inferiori delle foglie del nostro alloro. Lì, potremo vedere non solo muoversi il parassita, ma anche osservare i primi danni: il formarsi di macchie scure.
Come fare? Semplice, almeno in questo caso. Ripuliamo le foglie con un batuffolo impregnato di alcool oppure usiamo un po’ d’olio bianco se l’infestazione è più importante.
L’oziorrinco
L’oziorrinco è un coleottero davvero fastidioso che colpisce l’alloro e molte altre piante. Ha con loro un atteggiamento parassitario perché le larve si nutrono delle radici, mentre gli adulti mangiano le foglie.
Ecco come sconfiggerlo:
- Scuotere la pianta per far cadere gli esemplari adulti
- Sistemare attorno al tronco delle trappole apposite
- Inserire dei nematodi entomapatogeni, ovvero dei minuscoli vermi, per eliminare le larve
Malattie alloro: come evitarle
Abbiamo dunque visto come le malattie dell’alloro siano tutte piuttosto semplici da curare e, soprattutto, da prevenire. Ricordiamoci le parole d’ordine: terreno drenante, poca acqua, basso tasso d’umidità e buona aerazione tra le piante.
Una buona potatura dell’alloro e un’attenta esplorazione della pianta faranno il resto. Buona coltivazione!
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