Il marciume lenticellare del melo è una malattia fungina molto grave.
Ma quali sono i sintomi? E soprattutto come si cura?
Te lo spieghiamo in questo articolo.
Indice
Il marciume lenticellare del melo o bollato del frutto
Il marciume lenticellare del melo si manifesta soprattutto durante la conservazione o la commercializzazione dei frutti, nonostante l’infezione sia avvenuta in campo. Questo fatto rende tale malattia davvero molto pericolosa in quanto spesso è difficile accorgersene per tempo. La vendita di mele infette (raramente questa malattia colpisce anche le pere) rischia di creare un danno assai oneroso, sia economico che di credibilità dell’azienda agricola produttrice.
Identificazione e sintomi
Il marciume lenticellare del melo rimane latente fino a quando il frutto non ha raggiunto un certo livello di maturazione e uno stato morfo-fisiologico particolare, adatti a scatenare l’infezione.
Il marciume inizia su una singola lenticella e si presenta come un’area tondeggiante leggermente infossata e di colore marrone chiaro. La parte dell’epidermide sottostante assume anche una consistenza molliccia.
Con il trascorrere dei giorni, la malattia continua il suo iter portando le aree infette ad ingrandirsi e ad assumere un colore più scuro. Spesso sul marciume si possono vedere dei ciuffetti biancastri, a seconda se le condizioni di umidità lo permettono.
Cause
Il fungo che causa il marciume lenticellare del melo (Gloeosporium album, Osterw. 1907) si conserva nell’ambiente in modi diversi:
- Sui frutti che già hanno il marciume
- Sugli organi legnosi della pianta (allo stato latente)
- Come corpo fruttifero deuteromicetico
- Come spora
L’infezione avviene soprattutto in questo periodo, in autunno, nel periodo della raccolta. Le cause principali sono le condizioni di elevata umidità dovuta a rugiada, pioggia e nebbia.
La cura
La lotta contro il marciume lenticellare del melo è di tipo chimico e si effettua con dei trattamenti da eseguire prima o dopo la raccolta.
La lotta chimica in pre-raccolta consiste in due o tre trattamenti a metà-fine estate con Tiabendazolo e Tiofanate-metile.
Per la lotta chimica in post-raccolta, invece, si utilizzano prodotti a base di Carbendazim, Tiabendazolo e Tiofanate-metile con concentrazioni pari allo 0,05% di sostanza attiva.
Oltre agli interventi chimici, si può ostacolare lo sviluppo del patogeno grazie alla conservazione dei frutti in ambienti con atmosfera controllata.
Un altro intervento importante da attuare è quello già consigliato per la rogna dell’olivo e il cancro batterico delle drupacee: eliminare i frutti marci caduti a terra e bruciarli.
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