Hai mai sentito parlare della margotta?
Questo termine potrebbe risultare assolutamente noto a molti agricoltori professionisti, ma potrebbe invece suonare sconosciuto (e anche un po’ bizzarro) a tanti agricoltori amatoriali che lo leggono ora per la prima volta.
Di cosa si tratta, allora?
Scopriamolo insieme in questo articolo.
Indice
Margotta: in cosa consiste?
La margotta, detta anche margotto, è una tecnica di riproduzione agamica (ovvero asessuata) delle piante che ricorda per molti versi quella per talea.
Proprio come quest’ultima tecnica, infatti, il risultato finale è una pianta che sarà uguale in tutto e per tutto alla pianta madre; a differenza della talea, che per attecchire necessita di una pianta di piccole dimensioni, però, la margotta permette di ottenere in poco tempo una pianta già formata, uguale in tutto e per tutto a all’esemplare da cui è stato separato.
La tecnica della margotta
Importata dalla Cina, la margotta è una pratica abbastanza facile da eseguire anche sul lato pratico.
Non esiste un numero massimo di margotte che si possono praticare su una pianta, tanto che in alcuni vivai le piante hanno arbusti con anche 30 margotte sui rami.
L’operazione non ha neanche una data di scadenza, tanto che si può praticare anche per 50 anni consecutivi.
Dal punto di vista tecnico, questa modalità di propagazione è abbastanza semplice poiché si tratta di indurre parti grosse della pianta a produrre radici ed è proprio questa sua peculiarità che fa in modo che si ottengano piante grandi in tempi brevissimi.
Non esiste un modo univoco con cui le varie specie di piante rispondono alla propagazione per margotta, ma ci sono delle piante il cui livello di radificazione sfiora il 100%, come succede con melograno, ficus e olivo.
Tempistiche e strumenti da usare
Il periodo ideale per praticare la margotta è nei mesi di aprile, maggio e giugno: in questi mesi, infatti, sono presenti in modo concomitante tutti i fattori che determinano la buona riuscita di questo procedimento, ovvero:
- Temperature in aumento
- Umidità costante
- Arrivo del periodo di vegetazione della pianta
Il kit di strumenti da usare per ottenere un buon risultato con la margotta è composto da:
- Un coltello ben affilato
- Lo sfagno da usare come substrato
- Un prodotto radicante per agevolare la crescita delle radici
- Pellicola trasparente per avvolgere lo sfagno
- Dello spago o del filo di ferro
Procedimento
La prima cosa da fare è scegliere il ramo da cui partire: in genere, questo deve essere eretto, poco legnoso e della grossezza di una matita.
Una volta individuato, si dovrà praticare un taglio circolare nel punto da cui nasceranno le radici e un altro taglio a una distanza che corrisponde per una volta e mezza al diametro del tronco.
Ora, quello che si dovrà fare sarà fare un’incisione verticale tra i due tagli eliminando l’anello di corteccia rimanente: questa operazione serve per interrompere il passaggio della linfa, di modo che le nuove radici possano svilupparsi.
È a questo punto che la zona interessata dal taglio superiore va coperta con il radicante, mentre la zona scortecciata va ricoperta di sfagno che andrà avvolto da della plastica trasparente e legato, ben stretto con dello spago o del filo di ferro.
Alla fine di questo processo, tuto deve essere coperto con della pellicola di alluminio, cosa che permetterà di tenere la margotta al buio, necessario per lo sviluppo delle radici.
Da questo punto in poi inizia la seconda fase del procedimento: ogni 4-5 giorni si dovrà idratare lo sfagno; è solo dopo 4 settimane che, togliendo la pellicola, si potrò iniziare a verificare il processo di ramificazione. Quando le radici saranno visibili, si potrà staccare il nascituro albero dalla pianta madre.
Varietà di margotta
Per quanto riguarda l’esecuzione della margotta, esistono in realtà 3 diverse tecniche di esecuzione che tengono conto delle dimensioni delle piante e delle esigenze di utilizzo:
- Margotta aerea: applicata soprattutto su piante tropicali ed esotiche, si ottiene avvolgendo un ramo con una talea che contiene della terra. La parte di ramo a contatto con la terra darà vita a delle radici avventizie. Una volta che queste saranno ben sviluppate, il ramo verrà tagliato partendo dal basso quando le radici sono ben sviluppate il ramo viene tagliato e trapiantato
- Margotta di ceppaia: questa tecnica viene usata per produrre portainnesti per piante fruttifere poiché è profondamente utile ed efficiente sia in termini di resa che di costi. Le piante madri vengono organizzate in file e dopo un anno, prima della ripresa vegetativa, vengono capitozzate all’altezza del colletto: questo stimola l’emissione di numerosi germogli che vengono ricoperti alla base con della terra in modo da stimolare l’emissione di radici. A fine stagione il risultato sono delle barbatelle che si possono subito espiantare. L’operazione si può ripetere all’infinito, tanto che una margotta di ceppaia ben tenuta può durare anche 15-20 anni
- Margotta ad archetto: questa tecnica, chiamata anche propaggine semplice, è usata sia per piante ornamentali che per quelle fruttifera. Un ramo giovane della pianta viene piegato fino a interrarlo per poi rivolgerlo verso l’alto, sorretto da un palo. La parte sotterranea darà vita alle radici e quella aerea creerà nuovi germogli. Una volta che la radicazione è completata, il ramo che collega le due piante sarà tagliato.
Usata per far riprodurre piante da serra piuttosto rare e preziose e particolarmente sfruttata nell’universo dei bonsai, la margotta è una tecnica di propagazione interessante e relativamente semplice da usare.
Ora che hai tutte le basi di cui hai bisogno, non ti resta che sporcarti le mani e provarla!
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