La miseria è una pianta non ha paura di nulla: freddo, caldo, acqua, siccità, cattive temperature, luoghi chiusi o aperti.
La pianta o erba miseria deve il suo nome alla sua capacità di resistere ad ogni condizione e avversità, necessitando di pochissime accortezze per crescere e sopravvivere.
Anche per queste sue specifiche, è una pianta molto gettonata, soprattuto come ornamento domestico da interno, che dona un tocco vistoso e colorato alla casa o al giardino.
Indice
Le origini della pianta miseria
La sua derivazione viene attribuita alla regione neotropicale, ma iniziò a diffondersi nei paesi europei a macchia d’olio grazie al giardiniere di corte di Carlo I d’Inghilterra che, giunto in Virginia nel 1637, diede anche il nome botanico a questa pianta colorata, ovvero “tradescantia” dal nome dell’orticoltore, che era, appunto, John Tradescant il giovane.
Nel gergo comune venne poi ribattezzata con il nome “pianta miseria” grazie alle sue particolari caratteristiche che le permettono di restare in vita anche nelle condizioni più difficili.
Le sue caratteristiche principali
L’originalità della pianta miseria è sicuramente la sua foglia, che cresce su fusti sottili e carnosi, e che in base alla specie può variare la colorazione, che va dallo zebrato, al viola e a svariate sfumature di verde.
Caratteristici sono anche i fiori, che sbocciano in primavera, e possono spaziare dal bianco, al rosa o al blu.
Un altro suo carattere distintivo è la tendenza verso la crescita eccessiva e rapida, che la porta a diventare voluminosa e definita anche pianta infestante, soprattutto in America, per questo è molto importante la pratica della potatura, per poter godere al meglio delle sue particolarità scenografiche.
Come si coltiva la miseria pianta?
Ormai è chiaro, questa pianta non ha molte pretese e per essere coltivata non esige un terreno specifico; infatti, vengono coltivate su qualsiasi terreno e anche se non curate, riescono a crescere ugualmente.
La qualità della loro crescita deriva però anche da qualche attenzione, come l’esposizione al sole che ama in particolare modo, anche se non direttamente; infatti, durante la bella stagione, sarebbe meglio non lasciarla per un tempo prolungato esposta ai raggi del sole, poiché potrebbero addirittura arrivare a bruciare le foglie.
È una pianta che resiste a tutto, anche a un terreno non pienamente irrigato o strabordante d’acqua, ma sarebbe più opportuno non dimenticarsi di bagnarla una volta ogni tanto, data anche la sua preferenza per l’umidità.
Può essere coltivata e moltiplicata in modo altrettanto semplice, nello specifico per talea, quindi tramite un frammento della pianta che basterà inserire in un terriccio irrigato regolarmente, sviluppandola in poche settimane.
Quante specie di miseria esistono?
La famiglia di questa pianta erbacea è quella delle Commelinacee e conta all’incirca trenta specie differenti, in cui rientrano alcune piante molto famose, come ad esempio la tradescantia zebrina, i cui fiori sono di color rosa e le relative foglie formate da due strisce di color argento che danno il nome alla specie, ricordando appunto il manto di una zebra.
Un’altra specie conosciuta è la tradescantia fluminesis, avente petali bianchi e foglie verdi brillanti che possono sviluppare la pagina inferiore di colore viola, quando la pianta viene coltivata al sole.
Una specie che si differenzia leggermente dalle altre per forma e necessità botaniche e di coltivazione, è la tradescantia sillamontana, coltivata come un cactus in un terreno mischiato con sabbia o pietra pomice e bisognosa di poca acqua.
C’è poi la tradescantia pallida che comprende diverse varietà, fra cui la Purple Heart, ritenuta la più nota, che sboccia con petali triangolari di colore rosa e foglie di colore viola scuro.
Tutte le specie sono sempre accumunate dalle qualità citate in precedenza, quali la facilità di coltivazione e la resistenza alle situazioni meteorologiche e territoriali più avverse.
Quali sono le minacce?
Nonostante la sua forza, anche la pianta miseria può essere intaccata da parassiti o malattie, per lo più dovute dal marciume radicale che può essere causato da un’ingente irrigazione.
Gli unici parassiti che invece possono infastidirla sono gli afidi, eliminabili tranquillamente con insetticidi specifici e sistemi, ovvero che hanno la capacità di inserirsi nel circolo linfatico ed essere assimilati da questo genere di parassita.
Qualche curiosità sulla miseria pianta
La pianta miseria ad oggi ricopre anche un’importanza dal punto di vista economico, questa situazione è dovuta al fatto che alcune specie sono diventate parassiti per le colture coltivate e la pianta è anche divenuta uno strumento utilizzato come bioindicatore rivolto all’individuazione di mutageni ambientali.
Il soprannome “Erba Miseria” è assimilabile in altri Paesi con lo pseudonimo Wandering Jew Plant, che sta a significare “Pianta dell’Ebreo Errante” e fa riferimento ad una storia (che ha differenti versioni) relativa ad un uomo vissuto durante la crocifissione di Gesù e rimasto in vita fino al ritorno del Signore sulla Terra.
La correlazione fra questa leggenda e la pianta fino ad ora citata, è dovuta a questa caratteristica di immortalità che la designa il suo sviluppo in qualsiasi circostanza.
Viene anche definita anche Spider Lily quando viene reciso il gambo; quest’ultimo, dopo essere stato tagliato, produce infatti una sostanza simile ai fili e alla consistenza della tela di un ragno.
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