Cos’è il no tillage o zero tillage?
Qual è l’obiettivo di questa particolare tecnica agronomica?
Indice
Il no tillage o zero tillage
Come già detto per il minimum tillage, anche lo zero tillage nasce in un periodo storico in cui l’agricoltura è fortemente condizionata dai prodotti chimici e si cerca in qualche modo di riportare la natura alle origini, sempre con l’obiettivo di migliorare la qualità di tutto l’agro-ecosistema.
La tecnica del no tillage rappresenta la proposta più spinta tra le varie modalità di gestione dell’azienda agricola. Prende anche il nome di “sod seeding“, che in inglese vuole dire “semina su sodo“, quando la semina viene fatta su un prato senza che questo venga lavorato in nessun modo.
Su cosa si basa
I principi che hanno ispirato la nascita dello zero tillage si avvicinano molto a quelli che abbiamo citato per il minimum tillage. In certi casi vanno addirittura oltre, in quanto possono essere considerati, senza ombra di dubbio, ancora più estremi.
Uno dei principi di base è quello che sostiene che le lavorazioni provocano un eccessivo arieggiamento del profilo colturale, per cui la sostanza organica si ossida velocemente. Così, la stabilità della struttura del suolo viene compromessa e la fertilità agronomica si mantiene sempre ad un livello inferiore a quello ottimale.
Il suolo non lavorato, inoltre, acquisisce una struttura simile a quella favorita dal prato e, qualora il no tillage inizi proprio in successione a tale coltivazione, ne mantiene nel tempo i benefici da essa apportati.
In base a tutto quello detto fino ad ora, è ovvio che l’interramento della sostanza organica tramite l’aratura risulta inutile. Anzi, converrebbe lasciarla in superficie in modo da farle avere la funzione di pacciamatura.
Anche il contenimento dell’erosione non è da sottovalutare, specialmente nelle aree collinari e montane. Il fatto che non si intervenga con macchine agricole sulla struttura del suolo, rende il contenimento dell’erosione più facile.
Procedimento
Caro amico di Noi Siamo Agricoltura, se vuoi sapere come eseguire la tecnica del no tillage e vuoi provarlo su un tuo appezzamento, allora basta che segui passo passo quello che ti sto per elencare:
- Devi innanzitutto effettuare un trattamento su tutta la superficie su cui vuoi provare il no tillage con un essiccante, o altro diserbante (anche naturale), adatto a devitalizzare i residui della coltura precedente. Ovviamente devi far in modo che si secchino bene anche le erbacce e, se possibile, evitare che queste ricompaiano.
- Una volta che si è seccato tutto, puoi seminare. Attenzione: la semina deve essere fatta con delle macchine abbastanza potenti da essere capaci di interrare in terreno non lavorato sia il seme che i concimi poco mobili, come quelli a base di fosforo (P2O5) e potassio (K2O).
In effetti, come si può dedurre da questo ultimo punto, gli interventi meccanici eseguiti senza che venga fatta prima una buona aratura sono molto difficili da effettuare, sia che si tratti di semina autunnale che primaverile. Proprio per questo motivo devi stare attento all’umidità del terreno. I migliori risultati, infatti, si ottengono quando il no tillage viene eseguito su coltura irrigua.
Vantaggi e svantaggi
A proposito dell’umidità del terreno, il no tillage potrebbe causare un lento smaltimento dell’acqua in eccesso causata da piogge intense primaverili o autunnali. In alcuni particolari terreni, infatti, si potrebbe creare un ristagno d’acqua proprio nelle fessure dove sono stati deposti i semi. Va anche detto, però, che il deflusso può essere favorito tramite una buona sarchiatura o ancora meglio con una rincalzatura.
In relazione al ristagno d’acqua, bisogna considerare assolutamente anche il maggior rischio di attacchi parassitari. Studi agronomici hanno infatti rilevato che potrebbe essere maggior il rischio di attacco alla coltura da parte di lumache, grillotalpa, talpe e nematodi.
Se invece ci focalizzassimo sul fattore finanziario, lo zero tillage permette di ridurre i costi sostenuti dall’agricoltore su tutta la superficie coltiva e quindi in situazioni difficili, in cui si ha una carenza del raccolto, diventa una tecnica più conveniente per affrontare i bassi prezzi di mercato dei prodotti agricoli.
Su quali terreni va fatto
Adesso che ti ho elencato tanti aspetti negativi e pochi aspetti positivi, ti starai sicuramente chiedendo perché ho deciso di parlarti dello zero tillage. In effetti, la giusta domanda da porsi è:
Dove può essere utile il no tillage?
Prima di tutto è necessario non generalizzare: non è detto che se questa tecnica non è adatta ad un tuo terreno, allora non lo è neanche per un altro. Gli ambienti agrari sono diversissimi tra loro e le situazioni agronomiche sono talmente tante che in certi casi il no tillage potrebbe essere l’unica soluzione di salvezza, mentre in altri potrebbe essere motivo di distruzione.
Quindi, l’utilità dello zero tillage si manifesta soprattutto su:
- Terreni declivi: in questi terreni è di fondamentale importanza fare attenzione a contenere l’erosione. Per tale motivo, se si vuole rinnovare il cotico erboso su terreni declivi, la semina su sodo è un’ottima soluzione.
- Terreni soffici di pianura: su questi terreni, effettuare saltuariamente il no tillage potrebbe essere molto utile alle colture annuali per le quali non si riesce ad effettuare determinate lavorazioni (per esempio, terreni soggetti a ristagno idrico, ecc.).
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