Cos’è l’ Oidio del melo? Quali sono le cause? È possibile eliminarlo?
Scopri tutto ciò che non sai sulle cause e i sintomi dello oidio del melo e come combatterlo.
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Indice
Che cos’è l’ Oidio del melo?
L’ Oidio del melo è una malattia causata da un fungo ed è una delle malattie più gravi del melo. Colpisce anche molte altre piante, ma il fungo responsabile della malattia è diverso. I funghi responsabili dell’ Oidio del melo sono il Podosphaera leucotricha (forma sessuata) e l’Oidium farinosum (forma asessuata).
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Cause
Come molto spesso accade, le cause della comparsa di molte malattie sono dovute a condizioni ambientali particolarmente favorevoli per la malattia stessa.
Per quanto riguarda la temperatura, quella più critica va dai 10 ai 30 °C perché al di sotto dei 10 °C e al di sopra dei 30 °C il fungo non riesce ad infettare la pianta.
Anche l’umidità ha un ruolo importante; infatti un’elevata umidità atmosferica favorisce la presenza del fungo ma, al contrario, la pioggia lo blocca e ostacola l’infezione.
Sintomi
L’Oidio del melo colpisce in particolare i giovani germogli ma, in condizioni ambientali particolarmente difficili per la pianta, colpisce anche le foglie, i fiori (molto raro) e i frutti.
Sintomi sui germogli
Se l’Oidio del melo colpisce i germogli, i sintomi sono gravi. Di solito, i germogli che si aprono hanno già gli evidenti sintomi della malattia. Questo accade perché il fungo è resistito all’inverno proteggendosi dentro la gemma.
Il germoglio ha difficoltà a crescere e le sue foglie hanno delle malformazioni. Il germoglio non cresce molto e si blocca fino a far comparire su di esso una polverina bianca molto fine. Questa polverina non è altro che una muffa polverulenta provocata dal fungo in una fase della sua vita, cioè quando si trova sulla superficie esterna.
Il germoglio, colpito da Oidio del melo e ricoperto da questa polverina bianca, va incontro a morte certa, provocando una mancata nascita di frutti e quindi un danno economico a noi agricoltori.
Sintomi sulle foglie
Se invece il germoglio riesce ad aprirsi e non possiede già il fungo all’interno, le foglie riescono a formarsi e a crescere. Può succedere però che in primavera-estate mostrino i sintomi dell’Oidio del melo. Perché?
In questo caso i sintomi sono dovuti ad un’infezione avvenuta proprio in quel periodo (primavera-estate) e si manifestano in due fasi.
Nella prima fase, la foglia è leggermente deformata e, in corrispondenza di queste deformazioni, ha delle macchie che solo un occhio ben attento riesce a vedere e a riconoscere. Queste macchie sono dovute ad una mancata formazione della clorofilla.
Nella seconda fase, le macchie si ricoprono di una sottile patina bianca e, a mano a mano che crescono, ricoprono tutta la foglia. La foglia così continuerà a deformarsi e a ricoprirsi della muffa bianca che abbiamo detto in precedenza.
Nel caso di danno grave, si può avere anche la caduta delle foglie.
Sintomi sui frutti
I frutti sono colpiti raramente dall’ Oidio del melo. Se però questo avviene, i frutti, già in fase di crescita, presentano una colorazione e una maturazione irregolari.
Oltre a questo, i frutti hanno la buccia ricoperta da una certa “rugginosità”, cioè da delle macchie marroni secche che, in realtà, sono delle zone morte. Queste macchie sono tanto più grandi quanto più è grave l’infezione.
Lotta
Prima di descrivere i metodi di lotta contro Oidio del melo, mi sento in dovere di dirvi le cultivar più sensibili a questa malattia. Infatti Golden Delicious, Jonathan Jonagold, Granny-Smith e Imperatore sono quelle a più alto rischio.
La lotta a Oidio del melo si basa soprattutto su due tipi di interventi, quello agronomico e quello chimico che hanno l’obiettivo di ridurre l’inoculo (incubazione) del fungo responsabile della malattia.
Per quanta riguarda la lotta agronomica, è fondamentale effettuare delle potature invernali eliminando i rami che presentano gemme infette. È possibile riconoscere le gemme infette perché sono più piccole delle altre, hanno un colore scuro e la punta più pronunciata. In primavera, invece, è bene prestare attenzione ai nuovi germogli ed eventualmente eliminarli se presentano l’infezione.
Dall’altra parte, la lotta chimica deve essere fatta soprattutto con prodotti di copertura (Zolfi), per proteggere la pianta in modo preventivo, ed eventualmente con prodotti endoterapici, cioè prodotti che attuano la loro azione all’interno degli organi della pianta una volta che è stata colpita dall’infezione.
I prodotti endoterapici sono i Pirimidinici (Bupirimate e Fenarimol, entrambi citotropici/translaminari), i Triazoli (Bitertanolo, citotropico/translaminare, Difenoconazolo, Miclobutanil, Esaconazolo, Tebuconazolo, Flusilazolo, Fenbuconazolo e Tetraconazolo, sistemici) e gli Analoghi delle Strobilurine (Trifloxystrobin, meso-sistemico).
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