L’orticoltura è una vera e propria branca dell’agricoltura e riguarda, nello specifico, tutte quelle attività mirate alla coltivazione e produzione di ortaggi.
Si tratta, dunque, di un’importante fetta di conoscenza che permette agli agricoltori di gestire al meglio il loro orto sia dal punto di vista strettamente colturale (come per esempio capire quali ortaggi coltivare a seconda delle stagioni) che da quello un po’ più amministrativo (come mettere in vendita i propri prodotti e su quali canali, per intenderci).
In questo articolo ci concentreremo su una parte fondamentale dell’orticoltura che riguarda la scelta delle colture da inserire nel proprio orto e come gestirle: del resto, se non si fanno le scelte giuste in questo frangente si rischia di creare una serie di errori a catena che possono seriamente compromettere la tua attività agricola.
Ecco, allora, i nostri consigli per evitarli.
Indice
Le basi dell’orticoltura e quelle maggiormente diffuse in Italia
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, riteniamo sia necessario fare una doverosa specifica che riguarda i due principali sistemi con cui è possibile coltivare ortaggi al giorno d’oggi:
- Quello in piena terra (campi o serre)
- Quello che ricorre a un mezzo artificiale come il substrato (per esempio come torbe, polistirolo, l’aria delle colture aeroponiche o l’acqua delle colture idroponiche)
È giusto specificare che, a cause di sostenuti costi di gestione, le colture che sfruttano il substrato vengono riservate a piante i cui prodotti hanno un alto valore sul mercato, come fiori o frutti particolarmente preziosi.
Quante tipologia di coltivazioni orticolturali esistono?
A differenza di quanto si può pensare, oltre ai due maggiori sistemi di effettiva coltivazione, esistono varie tipologie di orticoltura che si differenziano in base alle dimensioni della coltivazione stessa e alla tipologia di prodotti piantati.
Nelle prossime righe vedremo le tipologie più diffuse nel nostro paese, di modo da avere una visione generale delle alternative disponibili e capire quale si presta maggiormente alle tue esigenze.
Orticoltura familiare
L’orticoltura di tipo familiare è probabilmente quella più diffusa in Italia, poiché si tratta di quella forma di sostentamento che ha sempre permesso agli agricoltori di autoprodurre quanto gli serviva in termine di cibo e altre materie necessarie alla loro attività.
Per quanto conveniente, è chiaro che un’orticoltura familiare sia adatta a progetti che hanno a disposizione superfici ridotte (che vanno dai 100 ai 1000 m²) e che hanno come scopo l’autoproduzione delle sementi e la produzione vivaistica di ortaggi.
Proprio per queste sue caratteristiche, questa tipologia di orticoltura è tornata in voga oggi poiché permette un po’ a tutti coloro che lo desiderano di portare avanti un preciso progetto agricolo e, magari, dedicarsi alla produzione di ortaggi che vengono poi usati e sfruttati nella vita di ogni giorno.
Insomma, non si tratta di una produzione che permette di vivere del proprio lavoro, ma di un’attività che garantisce il giusto fabbisogno alimentare a chi la pratica.
Orticoltura stabile
Se l’orticoltura familiare può essere considerata un piacevole hobby, quella stabile invece può essere vista come una fonte di guadagno secondario.
Paragonabile a quella urbana, l’orticoltura stabile prevede l’impiego di prodotti sintetici che garantiscano il benessere delle colture e del terreno stesso.
Le aree destinate a questa tipologia di agricoltura devono essere di dimensioni che vanno dai 1000 ai 10000 m²; destinate ad almeno 3 o 4 colture differenti, il loro scopo è quello di produrre ortaggi che possono essere venduti sui mercati locali per tutto l’anno.
Chi si dedica a questa pratica non può fare a meno di concimi minerali e deve ricorrere, seppur in maniera moderata a causa del ridotto raggio d’azione, a macchinari agricoli.
Orticoltura non specializzata
L’orticoltura non specializzata ha un chiaro scopo economico e non più hobbistico e/o secondario poiché, date le dimensioni, la produzione è destinata a 3 differenti interlocutori che sono:
- L’industria di trasformazione
- I mercati all’ingrosso
- L’esportazione
In questo caso, le dimensioni del terreno utilizzabili devono essere particolarmente vaste, tanto che parliamo di aree superiori ai 10000 m²; generalmente, quando si parla di orticoltura non specializzata, si parla anche di avvicendamento delle colture, ovvero quella pratica secondo cui tutta la superficie coltivabile va seminata interamente con una sola pianta, che poi verrà sostituita con un’altra varietà alla semina successiva.
Le coltivazioni che più si prestano a questo tipo di orticoltura sono quelle che riguardano:
- Colture da rinnovo (come patate, pomodori, peperoni, meloni, cocomeri, aglio e cipolla)
- Colture intercalari (come cavoli, insalate, finocchio e sedano)
- Colture poliennali fuori rotazione (come carciofi e asparagi)
- Colture frutticole (come per esempio le fragole)
Essendo una forma di orticoltura più complessa rispetto a quelle menzionate precedentemente, ci sono anche maggiori problematiche che investono il terreno e le colture, come per esempio i fenomeni di stanchezza del terreno causati da rotazioni troppo brevi tra una coltura e l’altra.
Orticoltura specializzata
L’orticoltura specializzata è, senza dubbio, la forma più evoluta e organizzata di cura e gestione dell’orto e delle colture, tanto che prevede l’impiego di diverse tecniche e materiali.
La differenza rispetto alle altre tipologie inizia già dalle dimensioni del terreno che si deve coltivare: non parliamo più di metri quadri, ma di ettari (da 1 a 10) di terre pianeggianti e fertili che possono essere facilmente seminati.
L’orticoltura specializzata è finalizzata sempre e solo alla produzione intensiva ed è per questo che tendenzialmente vengono usate tecniche di protezione per mettere al sicuro le colture che si susseguono in modo continuo.
In genere, questi metodi di protezione sono i seguenti:
- Serre sia calde che fredde (qui trovi la nostra guida su come costruirne una)
- Impianti di riscaldamento
In questo caso, è chiaro che la bontà del risultato dipende da diversi fattori, come:
- Impiego di varietà adatte alla coltivazione in ambiente protetto
- Il controllo della salinità del terreno (ecco qualche utile consiglio per avere un terreno al top)
- L’utilizzo ripetuto di concimi minerali in quantità adatte alla specifica coltura
- Impiego di varietà resistenti alla stanchezza del suolo
- Disinfezione del terreno
L’orticoltura specializzata e non specializzata, essendo tipologie che richiedono un notevole impiego di sostanze chimiche e meccanizzazione intensa, hanno causato un discreto impoverimento dei terreni e un forte dispendio di energia.
Altre tipologie di orticoltura più particolari
Dati gli effettivi danni causati da colture intensive ed estensive, sono stati sviluppati sistemi di orticoltura a basso impatto ambientale che possono comunque colmare notevoli esigenze produttive e qualitative senza avere un radicale impatto sull’ambiente.
Tra queste, devono essere menzionate:
- L’orticoltura sostenibile
- L’orticoltura biodinamica
- L’orticoltura sinergica (qui trovi un approfondimento)
- La permacoltura
Per quanto efficiente, queste tipologie di orticoltura sono sfruttati da piccoli produttori o appassionati del settore: essendo a impatto zero, è difficile che questi sistemi di orticoltura raggiungano livelli di produzioni convenienti per i produttori.
La diffusione di questi sistemi è comunque un grosso passo avanti che non va per niente sottovalutato e che, certamente, si rivelerà assolutamente vincente nel futuro.
Tante varianti e tante possibilità: scegli la tipologia di orticoltura che meglio si adatta alle tue esigenze e inizia a produrre!
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