Palma nana: coltivazione e utilizzi

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Regina delle piante ornamentali, sia nei giardini pubblici che privati, la palma nana è una protagonista assoluta dell’estate con i suoi colori accesi e le sue forme eclettiche.

Utilizzata anche in ambito alimentare e artigianale, la palma nana è una pianta interessante da conoscere e coltivare per trarne diversi vantaggi. Scopriamoli insieme in questo articolo.

Indice

Palma nana: cos’è

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La palma nana (Chamaerops humilis L., 1753) appartiene alla famiglia delle Arecacee.

Le sue piccole dimensioni le valsero il soprannome di “pianta gettata per terra” dagli Antichi Greci, che già nella loro epoca usavano la palma nana come abbellimento per i giardini.

Originaria dell’Asia, è nota anche palma di San Pietro.

Caratteristiche della pianta

La sua somiglianza con la palma si ritrova sia nelle foglie che nella corteccia. Ha il portamento di un cespuglio sempreverde, resistente alle alte temperature e per questo presente anche in estate.

La massima altezza è di due metri, con un fusto di diametro stretto (15 cm circa), ricoperto da fibre scure. La parte aderente al terreno è spesso ricoperta dei residui delle foglie morte.

Le foglie sono lunghe, larghe e molto rigide e resistenti. Si distinguono per la forma a ventaglio e per essere appuntite sulla parte finale. Il colore è verde acceso sulla parte rivolta al sole, mentre la pagina inferiore è più chiara, quasi bianca.

La palma è una pianta da frutto: le sue drupe sono di colore marrone quando mature, con polpa interna fibrosa e dolciastra.

Le sue infiorescenze sono soltanto femminili o soltanto maschili, e sono prodotte all’interno delle foglie stesse.

Quelle maschili si distinguono dalle squame che contengono sacche di polline all’interno di uno strobilo; le infiorescenze femminili producono ovuli ai lati delle foglie che, quando fecondati, assumono un colore rosa.

Lo stato vegetativo è possibile solo a temperature superiori ai 10°C, mentre la temperatura ottimale di crescita va dai 22°C ai 30°C.

Dove si trova la Palma nana

A differenza di quanto si pensi, poiché le palme sono spesso associate alle regioni dal clima tropicale del Sud e Centro America, l’habitat naturale della palma di San Pietro è proprio l’Europa, e in particolare il Mediterraneo.

Questa pianta è proprio tipica delle nazioni che circondano il Mar Mediterraneo, come l’Italia, soprattutto al Sud – ma anche Toscana e Liguria presentano un clima ideale per la loro crescita -, Malta, Libia, Marocco, Portogallo.

Coltivazione Palma nana

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Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo delle palme nane studiandone lo sviluppo, la crescita e la coltivazione.

Quando si pianta la Palma nana

La messa a dimora della pianta avviene soprattutto per moltiplicazione. La semina non è molto adoperata, perché lo sviluppo da semi a germogli è molto ridotto.

Per la moltiplicazione della palma nana si utilizzato i polloni che si formano sulle radici.

Il periodo migliore per seguire queste operazioni è quello primaverile, quando le temperature si sono già riscaldate e il terreno è più asciutto.

Terreno e irrigazione

Il terreno ideale per questa pianta presenta un buon drenaggio naturale, per prevenire il marciume radicale che potrebbe danneggiare definitivamente le sue radici.

Questo tipo di terreno è, peraltro, quello più diffuso nel suo habitat di origine: si tratta di terreni sabbiosi o rocciosi.

Se coltivata in vaso, il terriccio deve essere ricco di humus per garantirle quanti più nutrienti possibili.

Temperatura ed esposizione

La palma nana è una pianta che apprezza molto le temperature calde. Può resistere sotto lo zero solo per brevi periodi di tempo; per questo, chi la volesse coltivare in Nord Italia dovrebbe scegliere la coltivazione in vaso.

È inoltre una pianta che ha bisogno di zone soleggiate e di penombra, quindi, nei suoi territori, può essere esposta tutto l’anno in giardino. Resta da controllare l’irrigazione: non sopporta l’accumulo di acqua alle radici, ma nemmeno una prolungata siccità.

Cura della pianta

Quando innaffiare, quindi, la palma nana? Nel periodo che va da marzo a ottobre, basta controllare il terreno e distribuire acqua quando è quasi del tutto asciutto.

Meglio non lasciare la pianta completamente disidratata per lunghi periodi, onde evitare l’ingiallimento delle foglie.

Malattie e parassiti

Come prima anticipato, la palma nana soffre molto il marciume radicale. Questa è la principale causa di ingiallimento delle foglie della pianta, quindi l’equilibrio idrico va attenzionato con molta scrupolosità.

Un parassita che può attaccare questi esemplari è la cocciniglia, anch’essa responsabile sia dell’ingiallimento delle piante, sia della presenza di macchie scure dovute alla loro presenza. Proprio le macchie rendono distinguibili con facilità le due cause di ingiallimento.

Un batuffolo di acqua e alcool sarà sufficiente per allontanarle dalle foglie della pianta.

Palma nana: proprietà e utilizzi

Oltre al suo uso decorativo, anche in ambiente cittadino come aiuole e giardini pubblici, le fibre e i germogli delle palme nane sono stati a lungo utilizzati per altri scopi.

I germogli, in particolare, è commestibile, e durante le carestie era utilizzato per comporre dolci o come sostituto delle patate, grazie alla sua consistenza morbida.

Le fibre ottenute dalle foglie sono ancora oggi utilizzate per la composizione di un gran numero di elementi d’arredo, soprattutto in stile campestre: corde, ceste, panieri intrecciati con la palma nana hanno un grande valore artistico.

Le stesse fibre sono usate anche per realizzare cappelli e scope.

Infine, una nota storica: un esemplare di palma nana del 1585 è la pianta più antica dell’Orto botanico di Padova, a cui Goethe dedicò alcuni scritti dopo averla visitata nel suo lungo viaggio in Italia.

 

 

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Palma nana: coltivazione e utilizzi ultima modifica: 2023-08-01T15:18:04+00:00 da Simona Ruisi

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