Aprire la partita IVA agricola è un grande passo per i lavoratori del settore agricolo che intendono avviare un’impresa o mettersi in proprio come liberi professionisti.
Vediamo nel dettaglio l’iter da seguire per avviare la partita IVA agricola, con costi, agevolazioni e procedimenti burocratico.
Indice
Come aprire la partita IVA agricola
Un lavoratore del settore agricolo che intende passare dallo stato di dipendente al libero professionista dovrà necessariamente avviare una partita IVA agricola per poter emettere le fatture ai propri clienti e per poter effettuare acquisti.
L’imprenditore agricolo, secondo la legislazione attuale, è colui che svolge libera attività nel settore agricolo, come la coltivazione, l’allevamento, la sevicoltura e tutto ciò che è legato a queste attività.
Le imprese agricole possono essere formate da più soci, a patto che uno di questi abbia la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale. La partita IVA sarà così collegata alla società, e non al singolo individuo.
Come avviare la partita IVA agricola passo dopo passo
Un libero professionista o un imprenditore agricolo può fare richiesta di apertura della partita IVA agricola alla Coldiretti o all’Agenzia delle Entrate tramite la trasmissione telematica del sistema ComUnica.
Ci si può rivolgere direttamente alla Coldiretti della provincia di residenza, presentando documenti di riconoscimento e moduli indicati dalla stessa Coldiretti in base al tipo di azienda che si intende avviare.
Requisito fondamentale è che nel nome societario venga indicata la dicitura “società agricola” e che almeno il 50% del reddito complessivo provenga dall’attività agricola.
Se l’imprenditore è in possesso di un terreno agricolo e lavorerà proprio su questo terreno, dovrà inoltre presentare la visura catastale e il certificato di proprietà del terreno.
Partita IVA agricola: costi
I costi per l’apertura e il mantenimento della partita IVA agricola non sono particolarmente alti, considerando le numerose agevolazioni fiscali di cui l’imprenditore agricolo può usufruire.
All’atto dell’apertura della partita IVA l’imprenditore dovrà versare 100 euro per il “diritto camerale“. Un altro contributo a carico dell’imprenditore riguarda l’INPS, e si aggira intorno ai 1500 euro.
Altri costi da prendere in considerazione riguardano l’IVA, che a differenza di altri settori non è fissa, ma soggetta ad aliquota variabile; l’IRPEF, che si calcola su un reddito determinato dalle rendite catastali; altre imposte obbligatorie che variano a seconda del regime fiscale cui si è aderito.
Il regime fiscale è infatti molto importante nel determinare il tipo di impresa che si vuole avviare.
Partita IVA agricola: vantaggi e agevolazioni fiscali
La partita IVA agricola prevede tre regimi fiscali.
Regime di esonero
Il regime di esonero è destinato agli imprenditori agricoli che nell’anno precedente non hanno superato i 7000 euro di reddito. Tale reddito deve arrivare per almeno 2/3 da attività agricole.
Il regime prevede varie agevolazioni, tra cui: non sussiste l’obbligo di registrare le fatture, di registrare i corrispettivi nel liquidare l’imposta, di avere una contabilità precisa, di dichiarare l’IVA annualmente.
Vanno sempre e comunque conservate le fatture di acquisto, le copie delle autofatture dei clienti e le bollette doganali.
Questo è un passaggio fondamentale: senza la partita IVA agricola l’imprenditore non può effettuare acquisti di macchine agricoli, come trattori, mietitrebbie, aratri e quant’altro.
Regime speciale
Il regime speciale IVA è una soluzione per la detrazione dell’IVA che viene calcolata in modo forfettario attraverso una percentuale di compensazione sul totale del reddito.
Il reddito preso in considerazione in questo caso è costituito solo dalla cessione di prodotti agricoli.
Le aliquote sono così fissate: 7,5% per gli allevamenti, quali suini, ovini, caprini, cavalli, volatili, conigli, piccioni, asini, muli, bardotti; 7% per bovini vivi; 12,5% per vini di uva fresca, ad eccezione per quelli liquorosi o alcolizzati.
In questo regime gli agricoltori devono tenere un registro dei corrispettivi dove segnare le compravendite effettuate, il registro IVA degli acquisti e quello delle fatture.
Regime ordinario
Il regime ordinario prevede l’assenza di limiti sia ai guadagni annuali, sia alle esportazioni.
In questo caso gli imprenditori agricoli sono tenuti ad avere registri contabili, a versare l’IVA, a seguire l’imposizione fiscale ordinaria e ad assumere dipendenti.
Vantaggi derivati dalla partita IVA agricola
Altri tipi di vantaggi fiscali riguardano:
- imposta catastale all’1% per l’acquisto di terreni;
- imposta ipotecaria fissa di registro ridotti del 50%;
- rivalutazione fiscale sui redditi fondiari al 5% anziché 15%;
- accesso a numerosi finanziamenti.
Proprio in virtù della lunga tradizione agricola italiana, sia lo stato italiano che l’Unione Europea emettono ogni anno nuovi bandi per incoraggiare l’apertura e il mantenimento delle aziende agricole.
Molti finanziamenti sono destinati ai giovani under 35 e alle donne che intendono avviare un’attività agricola, ma non solo.
Numerosi bandi riguardano l’acquisto di nuovi terreni, di nuovi macchinari, primo insediamento e finanziamenti a fondo perduto.
Resta sempre aggiornato sui nuovi bandi agricoli per trovare quello più adatto alle tue esigenze aziendali.
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