La legislazione si aggiorna: l’origine del pomodoro da industria va indicata in etichetta. Importanti novità anche sul fronte della produzione e della coltivazione dei pomodori.
L’etichettatura dell’origine dei pomodori è ora legge. Entrata in vigore a fine Agosto, la legislatura dà preciso ordine di indicare la provenienza e la percentuale presente di pomodoro sulle etichette dei pelati, dei sughi, dei concentrati e di ogni alimento industriale contenente almeno per il 50% pomodoro.
Sull’etichetta andranno indicati sia il paese di coltivazione del pomodoro sia il paese di trasformazione del pomodoro. Se queste fasi avvengono in più paesi, si potrà allora indicare “paesi UE” e “paesi non UE” nelle diciture.
E’ un importante passo avanti per la difesa del pomodoro Made in Italy. Il pomodoro italiano, da sempre simbolo della cultura alimentare e protagonista della dieta mediterranea, subisce infatti la forte concorrenza del pomodoro cinese e americano.
Solo nel 2017, infatti, dall’esterno è arrivato quasi un quarto del derivato di pomodoro commercializzato, una batosta per la produzione di pomodoro italiana che quest’anno ha subito ulteriori danni, con riduzioni significative nella coltivazione e nella raccolta.
Indice
Pomodoro da industria: i dati di metà anno
La coltivazione del pomodoro da industria è uno dei pilastri portanti dell’economia agricola italiana.
L’Italia è al terzo posto nel mondo per la coltivazione dei pomodori da industria e al primo posto in Europa.
Complice il clima favorevole e una storica integrazione nel territorio, il pomodoro da industria è oggi protagonista di un business da 3 miliardi di euro, di cui la metà prodotto in Campania.
Secondo i dati dell’ANICAV, l’Agenzia Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, tra le province di Napoli e Salerno si trovano ben 70 su 115 imprese dedite alla trasformazione del pomodoro.
Va da sé che ogni minimo cambiamento sulla produzione e sulla raccolta del pomodoro può nuocere all’intero reparto industriale.
I dati, purtroppo, confermano questo andamento.
Rispetto al 2017, anno di svolta del pomodoro da industria, si è registrato un calo significativo sia per quanto riguarda gli investimenti in ettari, sia per le cattive condizioni climatiche che hanno danneggiato le coltivazioni di pomodoro in tutta Italia.
Anche in Europa si registra un calo generale della produzione di pomodoro; se in Italia si aggira intorno al 14%, in Spagna supera anche il 20%. A livello mondiale, inoltre, si attende addirittura un calo del 40% sul pomodoro cinese, compensato in parte da un aumento del 14% del pomodoro californiano.
Dalle ultime rilevazioni dell’ANICAV, effettuate sul 60% del raccolto del pomodoro già avvenuto a fine Agosto, la quantità di pomodoro da industria è calata del 10/15% sia al Nord che al Sud rispetto a quanto previsto a inizio anno.
Il direttore dell’ANICAV, Giovanni de Angelis, ha commentato: “Quest’anno sono stati messi a coltura oltre 60,5 mila ettari di pomodoro da industria con una riduzione di circa il 6% rispetto al 2017. Il calo -aggiunge De Angelis- si presenta soprattutto nel bacino Centro Sud con particolare riguardo agli areali foggiano e toscano, che hanno subito una contrazione degli ettari investiti dell’8% . Nel bacino Nord la flessione è di circa il 5%”.
E’ importante sottolineare che il fattore climatico ha messo a dura prova la coltivazione dei pomodori, già ridotta d’ufficio ad inizio anno rispetto all’anno precedente.
Soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è stato difficile far fronte alla forte stagione di pioggia, tanto da spingere gli agricoltori emiliani a studiare nuove tecniche di gestione dei cambiamenti climatici.
Nonostante il calo della produttività, la qualità resta sempre eccellente e conferma ancora una volta la buona scelta del prodotto italiano.
La raccolta dei pomodori supererà quest’anno le 4.750.000 tonnellate, mantenendo alti i gradi Brix, ovvero il livello di zuccheri presente nell’alimento.
Il dato complessivo in Europa indica un calo generale della produzione di pomodoro; se in Italia si aggira intorno al 14%, in Spagna supera anche il 20%. A livello mondiale, inoltre, si attende addirittura un calo del 40% sul pomodoro cinese, compensato in parte da un aumento del 14% del pomodoro californiano.
Pomodoro da industria: l’impegno del governo
Già a fine Luglio il ministro delle Politiche Agricole, Marco Centinaio, aveva accettato di incontrare il presidente dell’ANICAV per prendere atto dei problemi strutturali dell’industria del pomodoro.
Dall’incontro è scaturita la necessità di porre l’attenzione sulla filiera agricola per definirne insieme il rilancio e la resa, confrontando i dati con quelli dell’anno precedente, e cercando di scardinare alcuni pregiudizi che da anni affliggono l’industria italiana del pomodoro, come la presenza dei pomodori cinesi, le contraffazioni alimentari e il problema legato allo sfruttamento di italiani e stranieri sui campi di pomodoro.
La nuova legge sull’etichettatura obbligatoria è un passo avanti verso la valorizzazione del pomodoro italiano.
Inoltre, proprio per proteggere gli alimenti simbolo della cultura gastronomica italiana, è stato già avviato il processo per l’ottenimento del marchio IGP per il pomodoro pelato italiano.
Sei un coltivatore di pomodori da industria? Dai un’occhiata al nostro articolo: “Aumentare la resa dei pomodori da industria: ecco come fare” per ottimizzare la tua coltivazione di pomodoro da industria.
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!