Conoscere le tecniche alla base della prevenzione della bolla del pesco è sicuramente un ottimo modo per avere un frutteto produttivo e in salute.
Questa malattia del pesco, il cui nome scientifico è Taphrina deformans, è particolarmente diffusa e pericolosa poiché agisce su due fronti distinti: da un lato, infatti, compromette il valore estetico delle vostre piante causando importanti deformazioni, dall’altro rovina i frutti mettendo in serio pericolo il vostro regime produttivo.
Fare la giusta prevenzione della bolla del pesco è dunque una necessità per tutti gli agricoltori che non vogliono compromettere la loro attività né ora, né in futuro.
Scopriamo insieme come fare.
Indice
Bolla del pesco: qualche cenno su questa malattia
La prevenzione della bolla del pesco, come per qualsiasi altra malattia, è una questione molto simile a una strategia militare.
Il primo punto, infatti, è sempre e solo uno: conoscere il proprio nemico per poterne prevedere le mosse.
Avere piena consapevolezza di cosa sia e di come e quando colpisca la bolla del pesco è dunque essenziale per poterlo prevenire.
Cos’è e cosa fa la bolla del pesco
La bolla è una malattia di origine fungina che colpisce moltissimi alberi da frutto della famiglia delle Durpacee, come albicocco, ciliegio, susino, pero e pesco, ovvero la sua vittima preferita.
Prima di doversi occupare della prevenzione della bolla del pesco è sempre bene accertarsi che le proprie piante siano in salute e che non siano state infettate da questo fungo.
Accorgersi della presenza della malattia è effettivamente semplice poiché la bolla si manifesta sulle foglie del pesco rendendole ispessite, bollose, accartocciate e più fragili del normale; in più anche il loro colore cambia, passando da verde a rossiccio per poi cadere.
Le foglie non sono l’unica parte del pesco che viene colpita dalla bolla: anche il fiore ne subisce le conseguenze, tanto che i frutti che ne origineranno presenteranno imperfezioni notevoli sia in termini di forma che di qualità.
Il ciclo di vita della bolla del pesco
Perché la bolla del pesco si diffonda, servono particolari condizioni climatiche: l’umidità è, senza dubbio, essenziale al suo sviluppo, tanto che la stagione primaverile (soprattutto se piovosa) è il momento di massima proliferazione del fungo.
La sua propagazione avviene attraverso il trasporto delle spore da parte del vento e, una volta raggiunta la pianta ospitante, si insedierà nelle gemme in procinto di aprirsi, contagiando i germogli.
Lo svernamento avviene secondo due principali modalità:
- Ascospora: ovvero la spora sessuata che si insidia tra le gemme o nelle fessure della corteccia
- Conidio: ovvero una particolare forma di spora che deriva dalla ascospora
Prevenzione della bolla del pesco: come difendersi
La prevenzione alla bolla del pesco è un ottimo modo per difendersi da una potenziale catastrofe per il vostro frutteto.
Essendo un nemico temibile, la lotta che si dovrà portare avanti sarà sia sul fronte chimico che sul fronte biologico.
Dato che il fungo della bolla del pesco si annida nelle parti interne della pianta, bisognerà sempre portare avanti un’opera di prevenzione qualora si fossero verificati sintomi di infezione in passato e non.
Per quanto riguarda la prevenzione su piante che non hanno mai subito attacchi da parte del fungo, quello che bisogna fare è semplice: usando dei prodotti a base di rame, si dovranno effettuare due trattamenti durante l’anno, il primo in autunno dopo la caduta delle foglie e il secondo poco prima di schiudersi le gemme.
Se, invece, la prevenzione della bolla del pesco è da effettuare su piante che sono già state prese di mira dal parassita in passato, le cose si fanno leggermente più complesse.
Per prima cosa, infatti, bisognerà occuparsi della rimozione ed eliminazione di tutte le foglie cadute nei pressi della pianta durante l’autunno. Il motivo è semplice: le spore rimangono proprio sul fogliame pronte a riattaccare non appena la temperatura si farà più umida.
Eliminando le foglie, si eliminando, dunque, potenziali minacce.
In più, le spore potrebbero trovarsi anche nelle fessure della corteccia e nelle squame di protezione alle gemme presenti durante l’inverno: per evitare che la bolla colpisca mentre le gemme iniziano a ingrossarsi, sarà bene agire con prodotti a base di rame tra febbraio e marzo.
Trattamento al 100% biologico
Se siete interessati a un trattamento che vi aiuti a fare prevenzione e che sia del tutto biologico, nelle prossime righe vi spiegheremo esattamente come fare, dato che le tempistiche sono ben precise.
In totale, si dovranno portare a termine 3 diversi trattamenti durante l’arco dell’anno e devono essere accompagnate dalla consueta buona pratica agronoma che garantirà salute e prosperità al vostro pesco (proprio come la potatura ed evitare il ristagno idrico).
Ricordatevi sempre di effettuare queste pratiche di prevenzione in giornate asciutte e non troppo fredde.
Vediamole insieme:
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- Primo trattamento: da effettuare tra novembre e dicembre, quando gli alberi sono ormai privi di foglie attraverso l’applicazione di ossicloruro di rame o poltiglia bordolese. Potete optare per un intervento unico o diviso in due volte
- Secondo trattamento: da effettuare tra gennaio e febbraio, prima della schiusura delle gemme attraverso la somministrazione di rame e propoli (derivato dell’apicoltura)
- Terzo trattamento: nel periodo post-fioritura, attraverso la somministrazione di basse dosi di polisolfuro di calcio
Bolla del pesco: non ci fai paura!
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