Uno tra gli studi più importanti a livello internazionale sull’agricoltura biologica e sull’ecosostenibilità in ambito agricolo è quello del progetto SoilVeg, i cui risultati si stanno rivelando fondamentali nella creazione dell’agricoltura del futuro.
Il progetto SoilVeg, di durata triennale, è coordinato dal CREA, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, e prevede la partecipazione di otto paesi europei (Slovenia, Danimarca, Spagna, Estonia, Belgio, Francia, Italia e Lettonia) e quattordici istituti di ricerca.
Indice
Progetto SoilVeg: di cosa si tratta?
Gli obiettivi finali del progetto SoilVeg prevedono la definizione di nuove tecniche agricole che allontanano l’uso di fertilizzanti, diserbanti e antiparassitari, nonché la stessa lavorazione del terreno, che non viene più quindi arato tra una coltura e l’altra.
Nell’ultimo anno e mezzo di lavoro il progetto SoilVeg ha compiuto notevoli passi in avanti, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione del terreno e la sostituzione dell’aratura con altre tecniche.
Il primo pensiero va in questo caso alla tecnica già nota del sovescio, di cui abbiamo parlato nel nostro articolo “Favino da sovescio: come, quando e perché coltivarlo.“.
In questo modo, infatti, sono le stesse piante interrate a fungere da nutrimento organico per le nuove coltivazioni, senza l’utilizzo di concimi commerciali ricchi di additivi chimici.
Il sovescio, però, non può essere l’unica soluzione, considerando i risultati che si vogliono raggiungere.
Il primo, più evidente, è il mantenimento della resa attuale su terreni lavorati e arricchiti con sostanze aggiuntive e artificiali. Questo risultato è ancora purtroppo lontano, poiché la resa dei terreni non è al momento altrettanto efficace.
Il secondo risultato non ha una funzione commerciale, quanto una finalità prettamente ambientale e legata al mantenimento dell’ecosistema naturale del terreno.
In buona sostanza, l’utilizzo della semina e del trapianto di colture commerciali garantisce la buona vita del terreno, l’arricchimento di sostanze nutritive, la riduzione del ruscellamento e dell’erosione e il controllo dell’anidride carbonica.
Quale altra soluzione è stata quindi studiata dal progetto SoilVeg per sostituire la lavorazione del terreno?
Al posto dell’aratura è stata introdotto l’utilizzo del rullo pacciamante.
Il rullo pacciamante, a differenza del sovescio, non prevede l’interramento delle colture attraverso una lavorazione, bensì l’allettamento delle colture non utilizzate in favore della semina o del trapianto delle nuove.
Rispetto al sovescio, è stata subito riscontrata una minor perdita delle sostanze nutritive e una ridotta emissione di gas serra nel suolo, risultati entrambi ottimali per il mantenimento della salute del terreno.
Non solo: il trattamento con rullo pacciamante ha notevolmente ridotto sia la densità delle infestanti già presenti, sia la loro comparsa in un periodo di tempo più lungo.
Progetto SoilVeg: gli obiettivi del futuro
Questi sono gli obiettivi a medio termine finora raggiunti, quelli che aprono la strada verso altri mesi di studio per implementare nuovi risultati e metterli alla prova con altre tecniche.
Cosa ci si aspetta? Ecco quello che gli esperti, al momento, stanno ricercando:
- individuare le colture in grado di produrre più biomassa, e che quindi sarebbero più indicate nell’alternanza di coltivazioni nel terreno;
- monitorare il comportamento delle colture più diffuse in terreni trattati con rullo pacciamante al posto della lavorazione classica;
- progettare rulli pacciamanti e macchine trapiantratici per sistemi a minima lavorazione;
- studiare le cultivar con bassa ricrescita che si adattano bene all’allettamento.
Allo stato attuale, nonostante il buon riscontro a livello ambientale, restiamo tuttavia indietro sul mantenimento della medesima resa da parte del terreno.
Un problema non di poco conto per l’economia agraria: è necessario che queste nuove tecniche non rallentino la produzione.
Su questo il progetto SoilVeg continua a lavorare, di pari passo con l’ideazione delle nuove tecniche agricole bio-friendly.
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