Sfondo naturale di molte regioni del sud Italia, nonché pianta produttrice di uno dei frutti rappresentativi dell’estate: il fico d’india fa parte della tradizione culinaria italiana, e le piante di fico d’india sono particolarmente curate dai coltivatori.
Una domanda frequente riguarda proprio quando potare il fico d’india, affinché le piante siano sempre produttive e non perdano la loro capacità anno dopo anno. Ne parliamo in questo articolo, dedicato alla potatura del fico d’india.
Indice
Le specie di fico d’india
Bianchi, rossi e gialli: le varietà di fico d’india comunemente consumate si distinguono proprio in base al loro colore, e se ne possono quindi identificare tre, tutte della stessa forma ovale con buccia esterna spessa e ricoperta di spine.
La specie con il gusto più intenso e tropicale è la Sanguigna, così chiamata in virtù del suo colore rosso intenso. La varietà più delicata è invece la Muscaredda, che si distingue per la buccia esterna più chiara. Il livello intermedio di sapore è quello del fico d’india nostrale, o Sulfarina, la cui buccia è di un giallo vivido.
Sapevi, inoltre, che il fico d’india non ha origine europea? La pianta nasce in Messico, ma, grazie alle temperature calde e mediterranee del sud Europa, in particolare Italia e Spagna, ha trovato qui un ambiente accogliente per la proliferazione autoctona.
Tecniche di coltivazione del fico d’india
Il fico d’india è una pianta che reagisce bene alle temperature calde. Il suo terreno ideale è argilloso o sabbioso, motivo per cui proprio nelle regioni del sud Italia trova la sua collocazione ideale. Se le temperature scendono, invece, al di sotto di 0°C, il fico potrebbe soffrirne e non offrire frutti nella stagione estiva.
La pianta di fico d’india teme i ristagni idrici, quindi è importante lavorare il suolo per creare un canale di scolo che possa favorire il drenaggio del terreno ed evitare il marciume radicale, di cui questa pianta soffre. Per la preparazione del suolo, inoltre, è meglio agire prima di piantare il fico d’india con una concimazione organica mirata.
La moltiplicazione del fico d’india può avvenire per seme, una tecnica un po’ complicata e dispensiosa a livello di tempo, o per talea, che risulta invece più rapida e più efficace per velocizzare l’attività produttiva della pianta.
Come si pianta, quindi, il fico d’india? La tecnica migliore e più semplice prevede di piantare una pala (cladodi) direttamente sul terreno, prelevandola con un taglio netto di coltello da una pianta vicina o una in salute. Hanno bisogno di tanto spazio, ed è quindi bene considerare una distanza di almeno cinque metri tra una pianta e l’altra.
La prima produzione è prevista in 2-3 anni.
Potatura del fico d’india: 3 consigli
Concentriamoci ora sul nostro argomento principale, ossia quando potare il fico d’india e come farlo. Questo è determinante sia per favorire il corretto sviluppo dei frutti nella stagione estiva, sia per prevenire alcune malattie che attaccano la pianta in presenza di pale compromesse.
Il periodo di potatura
Sapere quando potare il fico d’india è utile per permettere alla pianta di svilupparsi in maniera sana ed essere pronta per la stagione della fruttificazione. È bene prevedere una potatura del fico d’india in primavera, quando le temperature ricominciano a salire.
Asportazione dei cladodi
La potatura, nel caso del fico d’india, consiste principalmente nella rimozione delle pale in eccesso o in contatto tra loro, che impediscono ad altre pale di fruttificare in modo corretto, e delle pale danneggiate o deformate.
Mantenere la pianta in condizioni salutari ed eliminare i cladodi difettosi aiuta inoltre a prevenire alcune malattie e/o la loro diffusione sulle altre parti della pianta, quali il cancro gommoso e la ruggine scabbiosa. Togliere le pale già colpite aiuta a salvare il resto della pianta e a evitare il contagio.
La scozzolatura
Oltre all’eliminazione delle pale, in primavera si procede anche alla scozzolatura, una tecnica che prevede la rimozione dei fiori e delle pale che nascono proprio tra Marzo e Aprile.
Questa è una scelta strategica per la produzione della pianta, poiché grazi alla scozzolatura si possono ottenere frutti tardivi nella seconda fase della fioritura. Questi fichi d’india risultano più gustosi e succosi, e sono spesso i più apprezzati dai consumatori di fico d’india.
La raccolta
Per gustare fichi d’india davvero buoni e appetitosi bisognerebbe aspettare la fine dell’estate: è tra agosto e settembre che i frutti giungono a maturazione, e si possono prelevare dalla pianta in modalità scalare, seguendo il colore dell’esterno per capire quando è opportuno raccoglierli.
Tutte le tre varietà partono infatti da un distintivo colore verde, che si trasforma in giallo, rosso o bianco, a seconda della cultivar, appena giungono a maturazione.
Tutti gli agricoltori che coltivano e raccolgono fichi d’india sanno bene qual è l’unico problema che si presenta durante la raccolta: il rischio di pungersi!
La raccolta manuale è poco indicata, specie per le imprese agricole che coltivano numerose piante di fico d’india e sarebbe per loro uno spreco di tempo.
Si può procedere invece con un raccoglitore metallico allungabile che stacca facilmente il frutto dalla pianta e salvaguardia l’integrità delle mani, accelerando il lavoro di preparazione.
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