La quercia da sughero (anche identificata come o sughera, nome scientifico Quercus suber L.) è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Fagacee; la sua origine è da individuare nelle zone dell’Europa meridionale e dell’Africa settentrionale, ma il suo habitat attuale è quello delle aree del Mediterraneo.
Questo tipo di quercia è famosa per la sua capacità di produrre sughero e in questo articolo scopriremo:
- come coltivare e prenderci cura di questa pianta affinché duri per secoli
- come praticare la decortica, ovvero il processo di estrazione del sughero
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Indice
Quercia da sughero: caratteristiche da non dimenticare
La quercia da sughero è una pianta che ha due caratteristiche: ha una crescita particolarmente lenta e, allo stesso tempo, raggiunge dimensioni davvero notevoli (parliamo di 20 metri di altezza e 18 metri di diametro per tutta la chioma).
La quercia da sughero risulta essere una pianta particolarmente longeva e resistente, tanto che può vivere anche 300 anni.
Le foglie della pianta sono tendenzialmente verdi e coriacee: risultano di dimensioni ridotte negli ambienti più secchi e grandi in quelli più freschi.
Il margine che le delimita è dentato e spinoso nelle piante giovani, ma può presentarsi anche intero nella pianta adulta.
Per quanto riguarda i fiori, invece, questi possono essere maschili o femminili e presentano delle caratteristiche diverse a seconda del genere: quelli maschili sono riuniti in infiorescenze ad amento lassi, di colore giallo-verdastro, portati all’estremità dei rami dell’anno precedente.
I fiori femminili sono generalmente riuniti in piccoli gruppi eretti, di colore verdastro sui rami dell’anno.
La fioritura, in entrambi i casi, è tra maggio e giugno.
Cos’è il sughero?
Al contrario di quanto si possa pensare, il sughero non è un frutto della quercia, ma una parte della piuttosto spessa del suo ritidoma (ovvero la scorza del fusto e delle radici delle piante legnose, che invecchiando si stacca a placche o a strisce) che forma un vero e proprio rivestimento chiamato, in modo non scientifico e assolutamente commerciale, sughero.
Si tratta di un materiale particolarmente pregiato che viene lavorato e commercializzato soprattutto nelle aree del Mediterraneo in cui la quercia da sughero è diffusa: è sfruttato soprattutto per le sue grandi qualità isolanti.
Coltivare la quercia da sughero
Come abbiamo detto precedentemente, la quercia da sughero trova le condizioni climatiche ottimali per il suo sviluppo nelle zone del Mediterraneo che consistono in:
- Terreni sabbiosi senza calcare, con un basso livello di azoto e fosforo, un elevato livello di potassio e valori di pH compresi tra 4,8 e 7,0
- 400-800 mm di precipitazioni all’anno
- Temperatura fra -5° e i 40 °
- Altitudine di 100-300 metri
Quando ci si accinge a coltivare una quercia da sughero, risulta molto importante la posizione del terreno scelto: la pianta, infatti, ha bisogno di essere pienamente esposta al sole, ma tollererà anche mezz’ombra.
I primi 10-15 anni di vita sono cruciali per la pianta, tanto che sarà necessario organizzare una protezione che la ripari dai venti particolarmente freddi.
Date le dimensioni e le cure necessarie, la quercia da sughero è una pianta che mal si presta alla coltivazione in vaso: ha infatti bisogno di abbondanti annaffiature per tutto il primo anno, con una concimazione autunnale e primaverile a base di prodotti organici (proprio come il letame di cavallo) e non c’è necessità di eseguire la potatura se non per eliminare potenziali minacce come rami secchi o malati.
Per quanto riguarda la semina della quercia da sughero, invece, è opportuno ricordare che si tratta che quando si semina la ghianda possono passare anche 9 anni prima di ottenere una pianta alta 1 metro.
Il consiglio è quindi quello di rivolgersi a vivai affidabili dove acquistare esemplari di almeno 150 cm d’altezza: sì, il prezzo di vendita sarà elevato, ma vi farà risparmiare molto tempo.
Sughero e decortica
La quercia da sughero, come abbiamo detto, è particolarmente diffusa in tutte le aree che si affacciano sul Mediterraneo e si estende per circa 2,1 milioni di ettari così distribuiti:
- 716.000 ettari in Portogallo (ovvero circa il 50% della produzione mondiale)
- Spagna, Francia, Italia, Marocco e Tunisia si spartiscono i restanti ettari e relativa produzione
Il ciclo produttivo del sughero inizia con il processo di decortica, che avviene in genere tra maggio e agosto poiché con il caldo il legno trattiene l’acqua e questo rende staccare la corteccia un’operazione più semplice.
Affinché ci siano le condizioni giuste perché la quercia sia produttiva, queste devono essere le caratteristiche:
- 25 anni di età
- Diametro del tronco di 70 cm (misurati tassativamente a 1,3 metri da terra)
Al contrario di molti altri processi produttivi, la decortica non è un appuntamento annuale e dovranno passare circa 9 anni perché questo procedimento possa essere applicato una seconda volta alla stessa quercia da sughero.
Il processo di decortica step by step
La decortica è un’operazione che richiede una certa esperienza e, soprattutto, una certa manualità.
Dato che non si tratta di un’operazione semplice e che si può ripetere in tempi celeri sullo stesso esemplare è meglio affidarsi a veri e propri esperti.
Di seguito, i passaggi per una buona opera di decortica:
- L’apertura: il sughero viene colpito verticalmente dall’accetta nella sua scanalatura più cordonata, affinché la parte più esterna si stacchi dal sottocorteccia
- La separazione: la tavola di sughero viene staccata dalla sottocorteccia mettendo la parte tagliente dell’accetta, eseguendo un movimento di torsione
- La tracciatura: con un taglio orizzontale, la tracciatura, viene ricavata la tavola di sughero che uscirà dal tronco
- L’estrazione: la tavola prelevata dall’albero viene estratta con molta attenzione per evitare che si rompa
- La scalzatura: alcuni pezzi di corteccia vengono lasciati alla base del tronco per allontanare i parassiti
Come puoi vedere, la quercia da sughero altro non è che un investimento a lungo termine: i suoi tempi sono lenti, la sua vita è lunga e i suoi frutti sono pregevoli.
Coltivarla, dunque, è un esercizio dedicato a chi conosce l’arte dell’essere paziente.
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