Che sia in vaso o del tuo orto, di certo è possibile salvare una pianta annaffiata troppo. Ma come?
Molto spesso può capitare, per distrazione o superficialità, di abbondare troppo con l’acqua. In questi casi si può ricorrere ai metodi che ti descriverò in questo articolo.
Parliamo, quindi, di come salvare una pianta annaffiata troppo.
Indice
Il ristagno d’acqua è pericoloso
Prima di parlare di come salvare una pianta annaffiata troppo, vediamo innanzitutto perché è pericoloso annaffiare troppo le piante. Abbiamo già parlato degli effetti negativo del ristagno idrico, ma forse faremmo bene a ripassare quanto esposto. Gli effetti del ristagno possono essere rivolti al terreno, alle piante coltivate e molto spesso anche alla nostra attività agricola.
Sul terreno, il ristagno agisce in modo fisico. Il terreno, infatti, non è composto solo da particelle di terra, ma esistono dentro il suolo dei piccolissimi spazi vuoti (porosità) che sono occupati da aria e, nel caso, anche da acqua. L’acqua è “più forte” dell’aria quindi, quando piove molto, la pioggia riempie questi spazi vuoti. Questo ci fa capire che la prima conseguenza dovuta all’eccesso di acqua è un’insufficiente aerazione (cioè un’insufficiente quantità di aria disponibile per le piante).
Il ridotto contenuto di aria favorisce il rallentamento dell’attività microbica complessiva e il prevalere dell’attività dei batteri anaerobici, cioè quelli che non hanno bisogno di aria per sopravvivere (molti di loro sono dannosi per le piante). Il potenziale di ossidoriduzione si abbassa, i solfati presenti nel suolo diventano solfuri e i Sali ferrici a ferrosi. Il terreno libera H2S, NH3 e N2 (denitrificazione).
La nitrificazione si arresta e la presenza di Ossigeno (O2) si abbassa, causando una maggiore presenza di Anidride Carbonica (CO2). Si possono formare solfiti, acido butirrico, acidi fenolici, etilene e aumenta la solubilità delle forme ridotte dei metalli pesanti, come ad esempio quella del Manganese (Mn). Si può capire, quindi, che mancando l’aria nel terreno le piante subiscono una fortissima tossicità.
Il controllo
Se dobbiamo salvare una pianta annaffiata troppo, è ovvio che sappiamo di averla annaffiata troppo quindi abbiamo già fatto un controllo e constato che in effetti abbiamo esagerato. Il controllo va eseguito soprattutto sulle foglie della pianta. Le foglie di una pianta annaffiata troppo sono di colore verde pallido o, più frequentemente, di colore giallo. Di solito non crescono nuovi rami o germogli, ma se questo dovesse succedere il loro colore sarà marrone scuro. In linea generale, si ha un appassimento della pianta e una forte diminuzione della sua vigoria.
Un altro controllo da fare è sul terriccio (o suolo, nel caso di piante orticole o ornamentali). Solitamente, le piante annaffiate troppo hanno un attorno ad esse un terreno tendente al verde. Se questo è ben visibile, vuol dire che si sono formate delle alghe e le radici della pianta sono per lo più ammuffite. Siamo ai livelli più rischiosi, perché in questo caso la pianta è sempre più vicina alla morte.
Infatti, se le foglie sono gialle, necrotiche o addirittura già seccate e un appassimento generale già avanzato, le soluzioni per salvare una pianta annaffiata troppo sono molto poche. Nel caso, comunque, che il terriccio sia diventato verdastro, andrà al più presto cambiato. Se invece avviene in campo aperto, bisogna utilizzare metodi e mezzi per il drenaggio.
Soluzioni
Come prima soluzione, ti suggerisco innanzitutto di porre la pianta in un posto all’ombra. Questo può sembrare strano, in teoria si potrebbe pensare che porla al Sole favorirebbe l’asciugatura del terreno e quindi si ritorni ad una situazione normale. Non è proprio così.
Quando vogliamo salvare una pianta annaffiata troppo dobbiamo pensare che l’idratazione nelle parti superiori è assai difficoltosa. Per tale motivo, anche se all’ombra il terreno si asciugherà più lentamente di certo salveremo la pianta da un stress eccessivo che potrebbe portare più facilmente alla morte vegetale.
Se la pianta si trova in vaso, la soluzione è molto più semplice. Basta fare in modo di staccare il terriccio dal vaso, togliere delicatamente la pianta e metterla in un altro vaso con del terriccio nuovo e asciutto. È assai opportuno mettere insieme dell’argilla espansa.
Se le radici non sono vistosamente ammuffite, si potrebbe provare a lasciare la pianta in un luogo asciutto per 2-3 ore prima di rinvasarla. Questo non è un metodo sempre efficace, ma solitamente funziona. A tal proposito, è bene ricordare di utilizzare vasi forati nella parte inferiore. Questo favorisce un drenaggio dell’acqua nel caso in cui la pianta non riesca ad assorbila tutta se è stata annaffiata troppo.
Prima di rinvasare, inoltre, ricorda di togliere le radici eventualmente ammuffite (mediante un taglio netto, senza strappare). Si riconoscono, oltre che per il colore marrone scuro, anche per un cattivo odore di marcio al momento dell’estrazione dal vecchio vaso. Mi raccomando, taglia solo la radice malata o marcia senza intaccare le altre.
Prima di annaffiare nuovamente la pianta, ormai nella sua nuova dimora, è meglio aspettare 2-3 giorni, a seconda delle temperature e quindi dell’andamento stagionale. Non utilizzare alcun tipo di fertilizzante, concime (naturale o artificiale), acidi umici o qualsiasi prodotto che favorisca la crescita della pianta stessa. Non sai ancora se la pianta riuscirà a sopravvivere e comunque di quali elementi nutrizionali avrà bisogno al momento della ripresa vegetativa.
Ora sai come salvare una pianta annaffiata troppo. Ricorda: l’acqua è un bene prezioso e le tue piante lo sanno. Rispettale e segui ciò che c’è scritto sulla loro carta d’identità al momento dell’acquisto.
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