La Xylella che sta distruggendo gli olivi del Salento, in Puglia, è diventata davvero una storia infinita.
Si è parlato di prodotti chimici e di tecniche agronomiche, ma nessuna di queste è riuscita ad eliminare completamente il problema.
Ma allora quali sono le vere soluzioni alla Xylella?
Indice
Xylella fastidiosa
La Xylella, conosciuta con il nome scientifico di Xylella fastidiosa, è un batterio che vive e si riproduce all’interno della pianta. Esso occupa tutti quei vasi conduttori della pianta che trasportano acqua e nutrienti.
Può attaccare moltissime piante e causare altre patologie. Si pensi, infatti, alla Malattia di Pierce nella vite, della Clorosi variegata degli agrumi. Ma può attaccare anche il mandorlo, le querce, l’acero rosso, il pesco, il caffè, il pero, l’avocado, il mirtillo, il ciliegio, il rosmarino e il prugno.
Inoltre, una sottospecie di Xylella fastidiosa è responsabile del CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo). Il CoDiRO è una gravissima fitopatologia che ha fatto la sua comparsa nell’agricoltura italiana a partire dagli anni 2008/2010, colpendo gravemente gli olivi del Salento.
Cause della comparsa
Il ceppo batterico di Xylella individuato nel Salento (codificato come ST53) proviene quasi sicuramente dalla Costa Rica. La sua comparsa in Puglia è dovuta a delle importazioni principalmente di piante ornamentali.
Gli insetti che favoriscono l’infezione di Xylella fastidiosa sono le cosiddette Sputacchine (Aphrophoridae, Amyot & Serville 1843), in particolare alla Sputacchina media (Philaenus spumarius, Linneo 1758). Sono insetti molto presenti in Europa. In Italia si trova soprattutto nella provincia di Lecce.
Il trasporto di olivi infetti verso territori esteri sembra aver favorito la comparsa dell’infezione anche in Francia, a Mentone. A tal proposito ricordiamo che è assolutamente illegale la vendita di olivi infetti da Xylella fastidiosa e il non rispettare tutte le norme di prevenzione e contenimento della diffusione del batterio.
Danni e sintomi
Occupando i vasi conduttori della pianta, questa malattia batterica provoca la comparsa di un gel al loro interno. Questo gel ostruisce i vasi e la pianta non riesce più a risucchiare l’acqua e i nutrienti dal terreno.
Quindi, i sintomi che rilevano la presenza di Xylella sono, in ordine di gravità dell’infezione:
- Disseccamento delle foglie più esterne
- Ridotto accrescimento di piccoli rami e germogli
- Disseccamento dei rami isolati
- Imbrunimento interno di rami e tronco
- Disseccamento anche delle foglie più interne
- Disseccamento dei rami più grandi
- Morte della pianta
A causa della sua pericolosità, la Xylella è stata classificata come “patogeno da quarantena” nella lista A1 della European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO).
La vera e unica cura
Più che cura dovremmo chiamarla “soluzione estrema”. Infatti, l’unico vero rimedio per debellare la Xylella è distruggere tutto! Quindi, prendere tutti gli olivi infestati, distruggerli e bruciarne ogni minima parte.
Non vi fate incantare da quello che dicono i giornali. L’infestazione è troppo ampia per poter essere debellata con le consuete tecniche agronomiche. Figuriamoci poi con i prodotti chimici! Non esiste!
Capisco benissimo che è una soluzione di un certo impatto economico, ambientale e culturale. Nonché una ferita nel cuore degli olivicoltori pugliesi. Ma dovrebbe essere l’Europa a prendere decisioni drastiche di questo tipo. E dovrebbe essere lei stessa a finanziare il rimpianto di nuovi olivi, magari più resistenti alla Xylella.
Vi consiglio di non prendere olivi provenienti dai vivai di Pistoia. La zona è al momento soggetta ai controlli da parte del servizio fitosanitario della Regione Toscana, causa un focolaio di Tarlo asiatico. Altrimenti debelleremmo una minaccia per favorirne un’altra.
Proprio a ottobre, comunque, la stessa Europa ha dato l’ok al reimpianto di nuovi olivi. Fa sicuramente piacere una scelta del genere, ma bisogna andarci cauti. Sarebbe inutile immettere nuove piante quando attorno ad esse la Xylella continua ad avere un certo vigore di infestazione.
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